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Eccesso di cure: creata nuova associazione

A volte meno medicine e trattamenti significa qualità di vita migliore, sottolineano i promotori del progetto. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Una nuova associazione contro la sovramedicalizzazione, l’eccesso di esami e trattamenti farmacologici, è stata costituita oggi a Berna. L’obbiettivo è quello di ridare vigore alla campagna “smarter medicine” lanciata tre anni fa.

Lo scrive in una nota la Società svizzera di medicina interna generale (SSMIG).

A sostegno di questa iniziativa vi sono organizzazioni specialistiche e di categoria del settore medico, oltre a quelle che tutelano pazienti e consumatori. L’intento è di sensibilizzare la popolazione sul fatto che in alcuni casi “meno medicina può significare una migliore qualità di vita”, si legge nel comunicato.

L’associazione “smarter medicine – Choosing Wisely Switzerland” ha presentato anche due liste di rinuncia per la geriatria e la medicina intensiva, a integrazione delle due già esistenti per la medicina interna (composte da cinque trattamenti l’una). Si tratta di elenchi che contengono misure di assistenza sanitaria di regola non necessarie. In queste situazioni, dottori e pazienti dovrebbero discutere fra loro se non sia meglio rinunciare a una determinata cura, in quanto i potenziali rischi che comporta sono maggiori dei benefici.

Per esempio, i malati affetti da demenza non vanno semplicemente nutriti con un sondino gastrico. Oppure, afferma la SSMIG, le misure per il mantenimento in vita andrebbero continuate soltanto dopo che si sono discussi gli obiettivi del trattamento, in modo da tener conto dei desideri personali del paziente.

Nel 2011 i medici avevano lanciato l’iniziativa “Choosing Wisely”, per poter prendere “decisioni intelligenti” in ambito sanitario e promuovere il dibattito e gli scambi fra le parti. Essa era stata pubblicizzata dall’Accademia svizzera delle scienze mediche (ASSM) nella sua roadmap per un “Sistema sanitario sostenibile”, ricorda la SSMIG. Nel 2014 poi, una lista di rinuncia per il settore ambulatoriale dal titolo “smarter medicine” era stata stilata e presentata al pubblico da una commissione, seguita due anni dopo da un’altra per il settore stazionario.

Oggi, con l’istituzione dell’associazione, si vuole dare nuova linfa al progetto. Negli scorsi anni, questo non aveva ricevuto il sostegno sperato, contrariamente a quanto accaduto in altri Paesi con proposte simili, lamenta la SSMIG.

Tra le altre, è affiliata a “smarter medicine – Choosing Wisely Switzerland” pure l’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (acsi).

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