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Egitto: Fratelli Musulmani, oltre 4.500 morti, ministero sanità 525

(Keystone-ATS) In Egitto è di “oltre 4.500 morti il bilancio, la conta prosegue e anche l’identificazione in tre moschee, tre ospedali e due obitori”: lo riferisce via Twitter il portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad, dopo lo sgombero delle piazze dei pro-Morsi al Cairo e altre vittime nel Paese. Non è possibile verificare indipendentemente la notizia. I Fratelli musulmani hanno ribattezzato Rabaa la “Tienanmen egiziana”.

Il bilancio ufficiale, fornito dal governo ad interim, in tutto l’Egitto è di 525 morti e migliaia di feriti.

Secondo quanto riferito da un corrispondente di Al Arabiya, ventotto cadaveri con evidenti segni di tortura sono stati trovati a Rabaa al-Adawya, la piazza simbolo della rivolta dei pro-Morsi al Cairo, sgomberata con la forza dalla polizia e dall’esercito.

Le forze armate americane stanno considerando la possibilità di cancellare le esercitazioni annuali congiunte con l’esercito egiziano, in seguito alle drammatiche violenze di queste ore nel Paese.

E oggi si prepara un altro giorno di grande tensione, con i Fratelli musulmani che hanno indetto una nuova manifestazione al Cairo.

A catena si susseguono le reazioni internazionali: il presidente francese Francois Hollande ha convocato all’Eliseo l’ambasciatore egiziano a Parigi, Mohamed Mostafa Kamal, per chiedere l’immediata fine della repressione e la revoca dello stato d’emergenza, proclamato ieri “per almeno un mese”. Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha chiesto invece che il Consiglio di sicurezza dell’Onu “si riunisca rapidamente”, accusando “coloro che restano in silenzio davanti a questo massacro” di essere “colpevoli tanto quanto chi lo ha compiuto”.

“L’Italia deve fare tutti gli sforzi possibili per evitare all’Egitto il flagello della guerra civile”, ha esortato il ministro della Difesa italiano Mario Mauro. Il “bellissimo sogno” della primavera araba si è tramutato, in Egitto, in un “incubo agghiacciante”.

Fuori dal coro della comunità internazionale gli Emirati arabi uniti e il regno di Bahrein, sostenitori della destituzione del presidente Mohamed Morsi per mano militare, che hanno dichiarato il loro sostegno all’operazione della polizia e dell’esercito egiziani contro i manifestanti al Cairo.

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