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Egitto: giura nuovo governo, premier Sharaf incontra copti

(Keystone-ATS) Il nuovo governo di Essam Sharaf, il professore universitario che la piazza egiziana ha fatto rientrare in politica dopo una pausa di quasi sei anni, è nel pieno dei suoi poteri. La nuova compagine ha giurato davanti al capo del Consiglio supremo delle forze armate Hussein Tantawi.

Poco dopo, a sorpresa, Sharaf si è recato alla televisione di stato dove, da sabato scorso, un migliaio di manifestanti copti presidia il piazzale antistante per protestare contro l’incendio di una chiesa nella regione di Helwan, a sud del Cairo.

Rompendo con tutti i cerimoniali, Sharaf ha anche fatto un’improvvisata conferenza stampa, nella sede della televisione, per lanciare un messaggio importante soprattutto ad Israele, preoccupata fin dall’inizio della rivoluzione del 25 gennaio, che un cambio di regime possa avere ripercussioni sulle relazioni col primo paese arabo col quale ha firmato la pace.

Sharaf ha detto che il nuovo governo è vincolato agli accordi e ai trattati internazionali fin qui stipulati e questo è un messaggio anche nei confronti del nuovo ministro degli Esteri, che sostituisce Ahmed Abul Gheit, rimasto alla guida della diplomazia egiziana dal 2004. Nabil el Arabi è un diplomatico di carriera e, a detta di molti osservatori, sarà meno tenero nei confronti di Israele.

El Arabi faceva parte del team che ha negoziato gli accordi di pace di Camp David nel 1978, e gli analisti ricordano che all’epoca manifestò qualche riserva su alcune parti del trattato all’allora presidente egiziano Anwar Sadat.

Sharaf ha anche inviato un messaggio alla comunità copta, dopo l’ennesimo episodio di violenza, avvenuto alcuni giorni fa quando una chiesa è stata bruciata in seguito ad una faida familiare a sfondo religioso provocato da una relazione sentimentale fra un giovane copto ed una ragazza musulmana.

Sharaf, che si è brevemente soffermato con i manifestanti copti, ha incontrato una delegazione di religiosi e ha fatto sapere che le forze armate ricostruiranno la chiesa bruciata, che i responsabili saranno assicurati alla giustizia e che un prelato arrestato con l’accusa di avere falsificato i documenti di una musulmana convertita verrà rilasciato.

Malgrado le promesse del premier, i manifestanti copti, che da giorni protestano alla sede della tv, hanno bloccato la circolazione di uno dei principali ponti del Cairo, il ‘6 ottobre’ che attraversa il Nilo. Alcuni dei manifestanti hanno spiegato di non fidarsi delle forze armate, che secondo loro, avrebbero dovuto impedire che la chiesa venisse incendiata e riferiscono che gli abitanti mussulmani del villaggio a sud del Cario dove è avvenuto l’episodio di violenza stanno impedendo alla commissione d’inchiesta di entrare in Paese.

Il nuovo governo, nel quale sono stati sostituiti ministri importanti come quello della Giustizia e degli Interni si riunirà per la prima volta in settimana e sul tavolo troverà il dossier scottante della sicurezza. Proprio oggi sono stati arrestati 47 ufficiali della polizia con l’accusa di avere distrutto documenti e manomesso computer della sicurezza dello Stato, l’apparato che i manifestanti vogliono venga smantellato completamente.

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