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Egitto: Morsi nomina una donna e un copto suoi vice

(Keystone-ATS) Le prime nomine del presidente egiziano Mohamad Morsi riguarderanno una donna ed un cristiano copto che saranno i suoi vice. Lo ha detto al Guardian il portavoce del presidente Morsi, Sameh el Essawy.

I due nomi non sono stati ancora ufficializzati, ma nel momento in cui le due nomine saranno ufficiali sarà la prima volta nella storia dell’Egitto che a una donna o a un cristiano copto viene assegnato un ruolo di così alto livello.

Quella di Mohamed Morsi è per l’Egitto una presidenza di attese, che celano il difficile negoziato con i militari. Dopo avere aspettato una intera settimana l’esito definitivo del voto che lo ha contrapposto all’ultimo premier sotto Mubarak, Ahmad Shafiq, l’uomo dei Fratelli Musulmani a due giorni dall’annuncio della sua vittoria, ancora non sa quando giurerà e davanti a chi, non essendoci più un Parlamento.

Quello dello scioglimento del Parlamento, decretato dai militari dopo la sentenza della corte costituzionale, è solo uno dei dei nodi complessi, sul quale il presidente eletto si sta cimentando col Consiglio militare, mentre continua a lavorare alla sua squadra che, ha confermato, avrà un copto e una donna come suoi vice.

Oggi Morsi ha incontrato il vescovo Pakhomius, capo ad interim della chiesa copta, a cui ha assicurato che non accetterà che qualcuno faccia sentire un cittadino copto “come se gli stesse facendo un favore”.

Il puzzle include l’aggiunta alla dichiarazione costituzionale che dà maggiori poteri ai militari e limita quello del nuovo capo dello stato e coinvolge la formazione del nuovo governo.

Si tratta di un pacchetto nel quale tutto si tiene e per questo la data del giuramento ancora non è stata fissata e anche la magistratura oggi ha deciso di non intervenire a giochi aperti. L’alta corte amministrativa ha rinviato al 4 luglio la sua sentenza sullo scioglimento del Parlamento e al 10 quello sull’aggiunta costituzionale, quando deciderà anche sulla costituzionalità della Shura, la camera alta che ha solo poteri consultivi.

Una delle ipotesi che circolano in queste ore è che il nuovo presidente giuri proprio davanti a quel ramo del Parlamento, per evitare di farlo davanti alla corte costituzionale. Il tribunale ha fatto incassare un punto a Morsi e agli attivisti, annullando la misura del ministero della giustizia che autorizzava i militari ad arrestare i civili.

Oggi Morsi ha incontrato il capo del consiglio della polizia e il ministro dell’Interno Mohamed Ibrahim, che secondo Masri el Youm online potrebbe rimanere al suo posto nel nuovo esecutivo. Secondo il quotidiano Morsi avrebbe assicurato il ministro e il suo staff che non ci saranno “vendette” o “pulizie”.

Stando alle indiscrezioni pubblicate da al Shouruk, rimane in pista la candidatura di Mohamed el Baradei. Se l’ex capo dell’Agenzia atomica internazionale diventasse premier, scrive el Shouruk, ai Fratelli Musulmani andrebbero due ministeri e uno ai salafiti, tecnici tutti gli altri, anche se Interni, Esteri e Giustizia verrebbero negoziati con i militari. Un ministro chiave sarà quello dell’economia.

La Borsa egiziana ha segnato la seconda giornata euforica mentre il Fondo monetario internazionale si è detto pronto a sostenere l’Egitto, provato da sedici mesi di difficile transizione.

Mentre Morsi lavora e incontra alcune famiglie dei “martiri” della rivoluzione, il suo avversario parte per Abu Dhabi. Lo staff di Shafiq dice che da lì andrà in Arabia Saudita per effettuare il pellegrinaggio e poi tornerà in Egitto, per fondare un nuovo partito.

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