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Egitto: Mubarak si è dimesso, potere a forze armate

(Keystone-ATS) Il vicepresidente egiziano Omar Suleiman ha annunciato in televisione che il presidente Hosni Mubarak ha rinunciato al suo mandato presidenziale e ha incaricato le forze armate di gestire gli affari dello stato.

La piazza Tahir ha accolto con un immenso boato l’annuncio delle dimissioni da presidente egiziano Hosni Mubarak. È un tripudio di bandiere egiziane sventolate in piazza Tahrir con sottofondo di fischi e grida di giubilo. Da un lampione viene agitato un fantoccio impiccato che era stato appeso già giorni fa.

“Solo la Storia potrà giudicare il nostro presidente Mohammad Hosni Mubarak”, così la tv di Stato egiziana ha commentato poco fa la notizia delle dimissioni del rais egiziano.

“Il presidente Mubarak si è dimesso e questa è stata la principale richiesta dei manifestanti”, ha aggiunto l’annunciatore tv. “Fino alla fine il nostro rais si è dimostrato saggio e lungimirante nel fare la scelta migliore per la nostra cara patria”, ha detto, mentre una voce in sottofondo proveniente dal suo auricolare gli dettava le frasi da ripetere ai telespettatori.

I Fratelli Musulmani, il più grande e più importante gruppo di opposizione in Egitto, si sono congratulati con “l’esercito che ha mantenuto le sue promesse” e con gli egiziani che hanno vinto “la loro battaglia”, dopo l’annuncio delle dimissioni del presidente Hosni Mubarak.

L’ex direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Mohammed El Baredei, ha detto che per come si sono messe le cose in Egitto “ora non bisogna avere fretta”. “Non so dire cosa succederà nelle prossime ore, ma non bisogna correre – ha detto in una telefonata alla CNN -. Mi auguro che il Consiglio Supremo delle forze armate condivida in tempi rapidi il potere in termini democratici. Il popolo egiziano ha parlato chiaro”.

“La voce dei cittadini egiziani, specialmente dei giovani, è stata ascoltata: spetta a loro definire il futuro dell’Egitto. Ora ci siano elezioni libere, credibili e giuste”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.

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