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Egitto: nuovo premier, ma braccio ferro piazza continua

(Keystone-ATS) L’incarico a formare il nuovo governo a Kamal el Ganzuri, classe 1933, per tre anni premier sotto Hosni Mubarak negli anni ’90 ma considerato uomo da tempo fuori dai giochi di potere e personalmente “pulito”, non è bastata a disinnescare la protesta di piazza in Egitto. Piazza Tahrir si è nuovamente riempita di decine di migliaia di manifestanti, che hanno espresso il loro no all’uomo designato del Consiglio militare di formare un nuovo governo dopo le dimissioni di Essam Sharaf.

Migliaia di manifestanti si sono ritrovati qualche chilometro più in là al Cairo per sostenere i militari, ma le due piazze non si sono mai scontrate. La tregua raggiunta due giorni fa fra forze dell’ordine e manifestanti ha continuato a reggere, anche se il bilancio delle vittime dei furibondi scontri, soprattutto nei pressi del ministero dell’Interno, è salito a 41.

Poco prima della conferma ufficiale dell’incarico, a Ganzuri da Washington è arrivata la sollecitazione al passaggio a un governo civile “il più presto possibile”. La lista dei ministri del premier incaricato è ancora avvolto nel mistero. Lo stesso Ganzuri ha spiegato che il governo non vedrà la luce prima di lunedì e che sarà aperto alle proposte e ai suggerimenti dei giovani della rivoluzione.

Una disponbilità che non ha trovato orecchie disponibili nei movimenti rivoluzionari, i cui simpatizzanti si sono recati a migliaia davanti alla sede del Consiglio dei ministri per impedire a Ganzuri di entrare. E per ripetere i loro slogan preferiti, “fuori fuori” e “il popolo vuole fare cadere il maresciallo”.

In una improvvisata conferenza stampa, alcuni loro rappresentanti hanno annunciato la formazione di un contro-governo guidato da Mohamed el Baradei. L’ex segretario dell’agenzia Onu per l’energia atomica (Aiea) e Nobel per la Pace, candidato alla presidenza egiziana, che nei giorni scorsi aveva dato la sua disponibilità a guidare un esecutivo di unità nazionale, a condizione di avere mani libere rispette ai militari, è stato oggi a piazza Tahrir, accolto con entusiasmo da molti supporter. Il suo movimento, l’Associazione per il cambiamento, ha bocciato la nomina del nuovo premier accusando i militari di voler perpetuare il regime di Mubarak.

L’altra piazza, quella dei supporter delle forze armate, scandiva lo slogan che durante la rivoluzione segnava l’alleanza fra esercito e rivoluzionari “il popolo e l’esercito in un a sola mano”. “Maresciallo ti amiamo” e “Abbasso Tahrir” erano altri slogan gridati dai manifestanti a sostegno del capo del consiglio militare egiziano.

I manifestanti si apprestano a passare un’altra notte di attesa in piazza Tahrir e conclusione di questo venerdì che hanno chiamato “dell’ultima chance”. La piazza non dà segni di volere smobilitare, soprattutto in vista dell’inizio del voto legislativo, previsto per questo lunedì.

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