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Egitto: scontri al Cairo, esercito potrà arrestare civili

(Keystone-ATS) Resta alta la tensione in Egitto, nonostante la legge d’emergenza e il coprifuoco notturno imposti domenica dal presidente Mohamed Morsi nelle tre città sul canale di Suez, teatro degli scontri più violenti degli ultimi tre giorni.

Di fronte all’ondata di violenza scoppiata nel secondo anniversario della rivolta anti-Mubarak, il governo ha quindi deciso di estendere i poteri dell’esercito, incluso quello di arrestare i civili in caso di problemi all’ordine pubblico. Il provvedimento è stato approvato oggi in tutta rapidità dal Consiglio consultivo, la camera alta del Parlamento. Ma malgrado queste mosse le violenze non si sono placate.

Scontri con l’uso di armi da fuoco sono esplosi in mattinata nel centro del Cairo, causando la morte di un passante che si è trovato fra i manifestanti e le forze dell’ordine. Il ministero dell’interno ha detto che 13 poliziotti sono stati colpiti da proiettili in scontri con manifestanti che stavano assaltando gli alberghi della zona. In serata al Cairo sono continuati gli scontri a colpi di lacrimogeni e di bombe molotov e i manifestanti hanno dato alle fiamme un blindato della sicurezza centrale.

Nuovi tafferugli sono scoppiati a Port Said che, per il secondo giorno consecutivo, è scesa in strada per accompagnare i feretri delle vittime di scontri. Gli ultras della squadra locale el Masry, al centro del processo per il massacro allo stadio della città lo scorso anno, hanno lanciato un appello a sfidare il coprifuoco decretato da Morsi. Così come è stato sfidato da migliaia di persone, nelle altre due città coinvolte dal provvedimento, Suez e Ismailyia.

Anche l’iniziativa politica di Morsi, che ieri ha lanciato alle opposizioni l’invito a partecipare oggi ad un dialogo nazionale, non ha avuto successo. Il Fronte di salvezza nazionale, che raccoglie i principali partiti e movimenti di opposizione, ha respinto l’invito ad un dialogo che ha definito “solo formale” e privo di contenuto. Il Fronte ha affermato di essere disposto a sedersi al tavolo se prima Morsi accetta una serie di richieste, la prima delle quali è che riconosca la responsabilità politica delle violenze e delle morti che hanno investito il paese dal secondo anniversario della rivoluzione, lo scorso venerdì.

Il Fronte nazionale chiede anche che venga formato un governo di unità nazionale ed un comitato che riveda la costituzione che ha sempre accusato essere stata redatta da una assemblea costituente troppo filo Islam e approvata in un referendum indetto in tutta fretta.

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