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Escort: sì Camera italiana a uso intercettazioni Berlusconi

(Keystone-ATS) L’Aula della Camera italiana ha dato il via libera (con 335 sì e 63 no) all’utilizzo processuale delle intercettazioni telefoniche di Silvio Berlusconi sul caso Escort.

Le intercettazioni saranno utilizzate nell’udienza preliminare dinanzi al gup del Tribunale di Bari a carico dello stesso Berlusconi, che all’epoca dei fatti era deputato e capo del governo, e di Valter Lavitola. I due sono accusati di induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, reato punito con una pena compresa tra i due e i sei anni di reclusione.

L’autorizzazione riguarda complessivamente 73 intercettazioni la cui utilizzabilità era stata chiesta sia dal procuratore aggiunto di Bari Pasquale Drago (per 16 conversazioni) sia dai difensori di Berlusconi Niccolò Ghedini e Francesco Paolo Sisto (per 73 conversazioni). I legali del leader di Forza Italia ritengono che dalle intercettazioni emerga l’insussistenza delle accuse nei confronti dell’ex premier.

Berlusconi e Lavitola sono accusati di aver indotto l’imprenditore Gianpaolo Tarantini a mentire ai pm dicendo che l’allora premier ignorava che gran parte delle 26 ragazze portate tra il 2008 e il 2009 a Palazzo Grazioli, Villa Certosa e ad Arcore fossero prostitute. In cambio delle sue bugie Tarantini – secondo l’accusa – tra l’estate 2010 e l’agosto 2011, ricevette da Berlusconi, tramite Lavitola, circa 20’000 euro al mese.

A Tarantini, sempre secondo l’accusa, furono poi messi a disposizione su un conto di una banca uruguaiana 500’000 euro (solo in parte incassati), gli furono pagate le spese legali per l’inchiesta Escort in corso a Bari, gli fu pagato l’affitto di un appartamento nel quartiere Parioli di Roma e gli fu procurato un lavoro fittizio per giustificare l’elevato tenore di vita.

Non appena la Camera trasmetterà gli atti al Tribunale di Bari, il giudice per l’udienza preliminare Anna Rosa Depalo fisserà la nuova udienza e convocherà le parti per la discussione e la decisione sul rinvio a giudizio, che è stato chiesto dalla pubblica accusa nel luglio del 2014.

La vicenda ruota quindi attorno al processo Escort che il 13 novembre 2015 ha portato il Tribunale di Bari ad emettere quattro condanne (comprese quelle a 7 anni e 10 mesi per Tarantini, e a un anno e 4 mesi per Sabina Began, “l’Ape Regina” dei party berlusconiani), tre assoluzioni e a disporre l’invio degli atti alla procura affinché valuti se contestare il reato di intralcio alla giustizia per Silvio Berlusconi e quello di falsa testimonianza a cinque delle ragazze che parteciparono alle “feste eleganti” nelle residenze dell’allora premier.

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