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Esperti Onu, catastrofi previste da modelli

(Keystone-ATS) ROMA – Dall’ondata di calore in Russia ai monsoni devastanti in India e Pakistan fino alle inondazioni in Europa centrale, tutto era già scritto, non nelle previsioni di qualche catastrofista ma nei documenti ufficiali degli scienziati, che come novelle Cassandre da diversi anni ammoniscono sugli effetti del riscaldamento globale.
Pur mettendo le mani avanti sul fatto che da una singola annata non si può dedurre con certezza la bontà delle previsioni, gli esperti sono d’accordo nel dire che eventi estremi come quelli di questi giorni sono perfettamente coerenti con i modelli dell’Ipcc, l’agenzia dell’Onu che si occupa dei cambiamenti climatici.
“Che si tratti di frequenza degli eventi o della loro intensità praticamente ogni anno si batte qualche record – spiega Omar Baddour, capo del centro dati sul clima dell’agenzia meteorologica mondiale dell’Onu – si tratta di una situazione completamente nuova, ma la successione degli eventi estremi e la loro accelerazione sono conformi alle proiezioni dell’Ipcc. Eventi estremi ci sono sempre stati, ma sembra proprio che stia aumentando la loro intensità”.
Secondo uno studio pubblicato quest’anno, il riscaldamento globale raddoppia le probabilità di ondate di calore in Europa, e le proiezioni danno per i prossimi decenni un ulteriore aumento dei giorni di grande afa nel continente, mentre altre ricerche affermano che con l’aumento della temperatura media si avranno sempre meno precipitazioni ma molto più forti in intensità.
“Quelli di questi giorni sono tutti eventi che peggiorano in presenza di un’atmosfera inquinata dai gas serra – spiega Jean-Pascal Van Ypersele, vicepresidente dell’Ipcc – non possiamo giurare che niente di tutto questo sia mai successo negli ultimi 200 anni, ma c’è un fortissimo sospetto”.
Di sospetto parla anche Massimiliano Pasqui, esperto dell’istituto di Biometeorologia del Cnr (Ibimet): “Sul fatto che ci sia stato un accumulo di energia nell’atmosfera e soprattutto negli oceani negli ultimi decenni non ci sono dubbi – spiega l’esperto – e con maggiore energia a disposizione gli eventi atmosferici si esprimono in maniera più violenta. Passare da considerazioni sul piano meteorologico, quindi relative a brevi periodi, a quello climatico, quindi su scale temporali più alte, è una speculazione, ma è chiaro che un forte sospetto che l’attività umana possa influenzare il clima è più che ragionevole”.
Nonostante i “segni”, le previsioni degli esperti rischiano comunque di essere trattate come quelle della vera Cassandra: dall’ultima riunione dell’Onu sul clima che si è tenuta a Bonn la scorsa settimana non solo non è emerso un accordo sulle emissioni, ma sembra sempre meno probabile che questo possa essere raggiunto alla prossima grande conferenza, che si terrà a Cancun a novembre.

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