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Esponente della ‘ndrangheta estradato in Italia

(Keystone-ATS) È stato estradato ieri dalla Svizzera in Italia uno dei due esponenti della ‘ndrangheta calabrese arrestato in marzo in Vallese. L’Ufficio federale di giustizia (UFG) ha confermato oggi la notizia divulgata dalle agenzie di stampa italiane.

Si tratta – precisano le agenzie – del boss Antonio Nucera, detto ‘Ntonaci, 60enne esponente di vertice della omonima cosca di Condofuri (Reggio Calabria) latitante dal 2013. L’uomo era stato condannato in primo grado il 21 ottobre 2014 a Reggio, in contumacia a nove anni di carcere per associazione mafiosa, riciclaggio e reimpiego di beni di provenienza illecita.

La sua presenza in Svizzera era stata riscontrata grazie ad attività investigative congiunte italo-svizzere, che hanno anche svelato le infiltrazioni della cosca di Condofuri in territorio elvetico. Antonio Nucera – precisa l’UFG – è stato consegnato ieri sera a Ginevra a due agenti di polizia italiani, che lo hanno accompagnato in un volo per Roma. Dopo l’arrivo all’aeroporto di Fiumicino è stato portato in carcere.

Nucera era stato arrestato con il figlio Francesco di 34 anni, egli pure latitante dal 2013, l’8 marzo scorso a Saas-Grund, nell’Alto Vallese. Lo scorso 7 giugno l’UFG aveva autorizzato l’estradizione di entrambi.

Antonio Nucera ha fatto sapere lo scorso 13 giugno tramite il suo avvocato di accettare la consegna all’Italia, precisa l’UFG. Il figlio, condannato a 6 anni in primo grado, si è invece opposto all’estradizione e ha fatto ricorso al Tribunale penale federale di Bellinzona.

Nel comunicato dello scorso 8 giugno in cui autorizzava l’estradizione dei due, l’UFG indicava di non aver ancora deciso sull’estradizione dei tredici presunti ‘ndranghetisti di Frauenfeld (TG), arrestati sempre l’8 marzo nei cantoni di Turgovia e Zurigo.

Tutti e tredici sono stati scarcerati sotto condizione (cauzione, consegna dei documenti, obbligo di contattare il servizio competente) poiché l’UFG giudica minimo il rischio di fuga e di collusione. Altri due presunti membri della cellula di Frauenfeld arrestati l’8 marzo non possono essere estradati, essendo cittadini svizzeri.

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