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Esponenti economia per maggior dialogo con politica e società

Beat Hess. KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER sda-ats

(Keystone-ATS) Esponenti dell’economia si sono espressi a favore di un dialogo più intenso con la politica, ma anche con la società. In questo modo si potrebbero evitare iniziative popolari che nuocciono a lungo termine alla piazza economica svizzera.

Durante una tavola rotonda sul tema “la Svizzera quale sede per le aziende globali”, ieri sera a Berna nel quadro dell’assemblea generale della federazione dei gruppi industriali e dei servizi in Svizzera SwissHoldings, il presidente del consiglio d’amministrazione (Cda) di LafargeHolcim Beat Hess ha auspicato maggior dialogo e relazioni più strette tra economia e politica. Egli ha menzionato iniziative popolari degli ultimi anni che hanno in parte danneggiato l’economia elvetica.

“La nostra tradizione delle iniziative potrebbe essere la ragione per cui il divario tra economia e politica si sta ampliando”, ha affermato Hess. In vista della cosiddetta “iniziativa per multinazionali responsabili” egli si aspetta dalla politica una posizione ferma e che la popolazione venga informata sulle conseguenze. Per il presidente del Cda del gruppo cementifero un’accettazione del testo alle urne sarebbe “un incubo”.

“Non c’è niente di peggio delle buone intenzioni”, ha sostenuto a questo proposito il presidente del Cda di Nestlé Paul Bulcke. Nessuno è contro i diritti umani, ma per quel che riguarda questa iniziativa bisogna riflettere bene su cosa significherebbe per le imprese attive a livello globale.

Per quanto concerne le iniziative già accolte in passato, ad esempio l’iniziativa sulle retribuzioni abusive, Bulcke si è mostrato autocritico: l’economia deve prendere la parola un po’ più spesso.

Il presidente della direzione di ABB, Ulrich Spiesshofer, ha inoltre chiesto maggiori scambi tra industria, sistema di formazione e politica. Quali esempi positivi egli ha citato iniziative in questo senso all’estero. Bisogna definire insieme i propri valori e obiettivi invece di portare avanti la cultura dell'”essere contro qualcosa”.

Il presidente di Swissholdings – organizzazione che festeggia quest’anno i suoi 75 anni – Felix Ehrat ha lanciato un appello ai rappresentanti dell’economia presenti di impegnarsi maggiormente a favore della Svizzera e di non considerare il paese solo una piazza economica. Anch’egli ha sottolineato quanto sia importante un buon rapporto tra economia e società. E si è chiesto “ma perché i manager di punta non dovrebbero esprimersi su temi politici?” A suo modo di vedere “dobbiamo diventare più visibili: le aziende devono tornare ad avere una faccia, non solo nell’economia”.

Il consigliere federale e ministro delle finanze Ueli Maurer ha parlato dal canto suo della situazione fiscale internazionale. Egli osserva una tendenza verso una regolamentazione sempre maggiore con un’influenza internazionale sempre più forte. Ma sono fonti d’incertezza anche cambiamenti geopolitici e imponderabilità politiche.

La Svizzera è economicamente forte, ma politicamente piuttosto debole, ha spiegato Maurer. L’obiettivo dev’essere di poter partecipare ed esercitare influenza nelle istituzioni internazionali. Inoltre la Svizzera ha bisogno di relazioni bilaterali.

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