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Esportazioni orologiere si stabilizzano prima del previsto

Tendenza stabile per l'industria orologiera svizzera nel primo semestre dell'anno. KEYSTONE/SALVATORE DI NOLFI sda-ats

(Keystone-ATS) Con mesi in rialzo ed altri in flessione, l’industria orologiera svizzera ha chiuso il primo semestre con una stagnazione delle esportazioni: le vendite all’estero sono salite dello 0,1% annuo a 9,5 miliardi di franchi.

Una stabilizzazione sopraggiunta prima di quanto previsto. Complessivamente le esportazioni orologiere “si iscrivono in una tendenza stabile che significa la fine della contrazione. Questa stabilizzazione non era attesa prima della fine dell’anno”, si rallegra la Federazione orologiera svizzera (FH) in una nota odierna.

L’obiettivo per l’intero anno è stato già raggiunto grazie al buon secondo trimestre (+3%). In giugno le esportazioni sono cresciute del 5,3% a 1,7 miliardi di franchi.

La FH dimostra comunque “un ottimismo prudente”: la situazione resta fragile in talune regioni. Mentre la Cina (+21,7%) e il Regno Unito (+16,3%) hanno fortemente contribuito alla crescita semestrale non si può dire lo stesso degli Stati Uniti, dov’è stata osservata una flessione del 5,9%. In Asia (-0,3%) le vendite sono andate male a Taiwan (-19,2%), negli Emirati Arabi Uniti (-11,3%) e in Giappone (-9,8%). Hong Kong, primo mercato di sbocco, segna una lieve progressione (+0,5%). Miglioramento del 3,3% per il mercato europeo.

Complessivamente il valore degli orologi venduti all’estero è ammontato a 8,9 miliardi di franchi, lo 0,7% in più del primo semestre 2016. Gli articoli di meno di 200 franchi hanno segnato un calo del fatturato dell’11,2%, quelli da 200-500 franchi un incremento del 3% e quelli di oltre 500 franchi dell’1,3%.

L’indebolimento del franco e lo swiss made dovrebbero avere effetti positivi sul settore nei prossimi mesi, stima la FH.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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