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Espulsione stranieri, UDC chiede più riguardo per vittime

(Keystone-ATS) In questo Paese si ha più riguardo per i criminali, che non per lo loro vittime.

Per questo motivo, ha dichiarato oggi il Consigliere nazionale UDC Adrian Amstutz (BE), invitiamo tutti a sostenere l’iniziativa del nostro partito “Per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reati (Iniziativa per l’attuazione)”, in votazione il 28 febbraio. Per Amstutz, si tratta di porre rimedio a uno “scandalo storico”.

“Gli inasprimenti legislativi adottati dal Parlamento in risposta all’iniziativa detta di attuazione contengono una clausola per i casi di rigore che il popolo aveva espressamente respinto già nel 2010, quando aveva bocciato il controprogetto del Consiglio federale, preferendogli la nostra iniziativa per l’espulsione”, ha affermato il capogruppo UDC alle Camere federali. Riproporla oggi significa non tener conto della volontà popolare

Amstutz ha negato che, se l’iniziativa venisse accolta, gli stranieri che vivono da noi potranno essere espulsi solo per aver rubato una mela o una bicicletta, come qualcuno vorrebbe far credere. Chi dice queste cose racconta “scemenze”, ha sottolineato.

È insultante, a parere del deputato bernese, che i nostri avversari facciano paragoni tra la Svizzera e la Germania degli anni ’30 riferendosi alla nostra iniziativa. All’epoca, “a decidere di entrare in guerra e gassare gli ebrei fu una élite politica, non il popolo tedesco”, ha tuonato Amstutz. Finora, “quando l’elettorato svizzero è stato chiamato ad esprimersi alle urne ha dato prova di saggezza”.

La laurea ad honorem conferita a Benito Mussolini dall’università di Losanna gli fu data da alcuni professori, ha aggiunto (diverse cerchie di docenti universitari hanno invitato gli elettori a respingere la proposta di modifica costituzionale dell’UDC, n.d.r).

La clausola per i casi di rigore rappresenta una vera spina nel fianco per il Consigliere nazionale Gregor Rutz (ZH). “Non l’abbiamo voluta – ha precisato – poiché vogliamo evitare che si perpetui la situazione attuale, dove il provvedimento dell’espulsione viene applicato in modo diverso da un cantone all’altro”.

Quanto al mancato rispetto del principio di proporzionalità, Rutz ha fatto notare che l’iniziativa di attuazione prevede un catalogo di delitti, da quelli più gravi per i quali l’espulsione diventa automatica, a quelli meno gravi, per i quali simile provvedimento viene applicato in caso di recidiva.

Il Consigliere di stato vallesano Oskar Freysinger, a lungo deputato al Consiglio nazionale, ha messo in evidenza il carattere preventivo dell’iniziativa, sottolineato i risparmi per l’erario se il testo venisse accettato alle urne e l’importanza della sicurezza per i cittadini.

Per Freysinger, la minaccia della sola prigione non fa desistere molti delinquenti stranieri, “che preferiscono le nostre prigioni, dove sono alloggiati e nutriti, ad essere rispediti in Africa. La minaccia di espulsione potrebbe quindi avere a suo avviso un effetto dissuasivo.

Meno stranieri nelle prigioni, dove rappresentano la maggioranza dei reclusi, significa per il ministro vallesano minori costi per la collettività. Per l’ex deputato federale, inoltre, garantire la sicurezza è un compito primario dello Stato: esso è anche il garante dello sviluppo economico.

A detta del Consigliere di stato, il lassismo della sinistra nel settore della criminalità, non fa che fomentare la xenofobia, mettendo in imbarazzo quegli stranieri, comprese le persone naturalizzate da poco, che vivono onestamente da decenni nel nostro Paese. “Sono proprio costoro che per primi ci chiedono di fare qualcosa per porre un argine alla delinquenza straniera”, ha spiegato Freysinger.

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