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Etiopia: condannato pilota che aveva dirottato aereo su Ginevra

(Keystone-ATS) L’Alta corte federale di Addis Abeba ha giudicato colpevole ieri sera il copilota che il 17 febbraio 2014 aveva dirottato su Ginevra un Boeing 767-300 di Ethiopian Airlines. L’uomo è stato processato in contumacia poiché la Svizzera ha rifiutato l’estradizione. L’entità della pena dovrebbe essere comunicata venerdì 20 marzo, secondo quanto indica il portale informativo “DireTube”.

Il 17 febbraio 2014 il volo ET-702 che collegava Addis Abeba a Roma con a bordo 193 passeggeri, in gran parte italiani, e nove membri dell’equipaggio, era stato dirottato su Ginevra. Il copilota aveva approfittato dell’assenza del pilota, recatosi alla toilette, per chiudersi nel cockpit. Aveva quindi contattato l’aeroporto ginevrino ed era atterrato a Cointrin.

Una volta fermo sulla pista, il trentenne aveva aperto un finestrino del cockpit e si era calato, non armato, con la fune d’emergenza. Al suolo era stato fermato dalle forze dell’ordine senza che opponesse resistenza. In seguito ha affermato di essere minacciato nel suo paese e di essere venuto in Svizzera per chiedere asilo politico.

Il dirottamento ha avuto una scia polemica: l’aereo, intercettato da due caccia dell’aeronautica militare italiana sullo spazio aereo della Sicilia, era poi stato preso in consegna da due Mirage francesi, che lo avevano accompagnato fino all’aeroporto di Cointrin. Si era allora appreso che le Forze aeree svizzere erano operative solo durante le ore d’ufficio, ossia tra le 8.00 e le 12.00 e dalle 13.30 alle 17.00.

Secondo “DireTube” il copilota – che lavorava per la compagnia aerea etiopica da cinque anni – è stato condannato per dirottamento aereo, ma è stato prosciolto dal secondo capo di accusa, ossia di aver guidato il Boeing in modo maldestro, causando forti scosse che avevano causato problemi ai passeggeri a bordo. Suoi parenti hanno detto in aula che l’uomo era turbato a causa della morte di un membro della famiglia.

Lo scorso maggio, confermando un articolo di stampa, il portavoce dell’Ufficio federale di giustizia (UFG) Folco Galli aveva indicato che la Confederazione ha informato l’Etiopia dell’apertura di un procedimento penale in Svizzera, per gli stessi fatti menzionati nella domanda di estradizione che è stata negata.

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