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Fame cresce per guerre e siccità, Papa dona sementi

La fame nel mondo, dal 2015 ad oggi, torna a crescere, invertendo anni di progressi nella lotta alla denutrizione. Immagine simbolica d'archivio. KEYSTONE/AP/SAM MEDNICK sda-ats

(Keystone-ATS) La fame nel mondo, dal 2015 ad oggi, torna a crescere, invertendo anni di progressi nella lotta alla denutrizione su scala globale.

La 40/ma Conferenza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) si apre con questo grido d’allarme lanciato dal direttore generale José Graziano da Silva davanti ai 194 membri dell’Agenzia internazionale con sede a Roma.

“Quasi il 60% delle persone che soffre la fame – ha sottolineato il numero uno della Fao – vive in Paesi colpiti da guerre e dagli effetti dannosi del cambiamento climatico”. La Fao individua 19 Paesi in una situazione di crisi prolungata, spesso aggravata da eventi climatici estremi come siccità e inondazioni. In particolare, Nigeria, Somalia, Sud Sudan e Yemen sono a rischio-carestia, con 20 milioni di persone ben sotto gli standard nutritivi. In questo contesto, “per molti non c’è altra scelta se non incrementare le statistiche dell’emigrazione”, ha dichiarato Graziano da Silva.

“Non possiamo né dobbiamo lasciarci andare alla rassegnazione nella lotta alla fame” ha spronato il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, secondo il quale “non esiste un numero accettabile di persone che soffrono la fame. Ognuno deve poter raggiungere quella libertà dal bisogno di cibo, e l’Italia non solo è in prima linea per promuovere il dibattito ma anche per il perseguimento dell’obiettivo ‘Fame Zero’. Solo un’umanità libera dalla fame sarà in grado di perseguire i valori della pace, della giustizia, dell’eguaglianza. Negare il diritto alla nutrizione vuol dire negare la libertà”.

Per Papa Francesco “la fame e la malnutrizione non sono soltanto fenomeni naturali o strutturali di determinate aree geografiche, ma sono piuttosto la risultante di una più complessa condizione di sottosviluppo, causata dall’inerzia di molti e dall’egoismo di pochi. Quando un Paese – ha detto il Santo Padre nel messaggio letto dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano – non è in grado di dare risposte adeguate contro fame e malnutrizione perché non lo permettono il suo grado di sviluppo, le sue condizioni di povertà, i cambiamenti climatici o fattori di insicurezza, è necessario allora che la Fao e le altre Istituzioni intergovernative siano messe in grado di intervenire per intraprendere un’adeguata azione solidale. Siamo consapevoli che l’intento di assicurare il pane quotidiano non è sufficiente quando è imperativo riconoscere che tutti hanno diritto al pane quotidiano. Anche spinto dal desiderio di incoraggiare i Governi, – ha annunciato il pontefice – vorrei unirmi con un contributo al programma della Fao per fornire sementi alle famiglie rurali che vivono in aree dove si sono sommati gli effetti dei conflitti e della siccità”.

Papa Francesco ha annunciato che tornerà a visitare la sede della Fao, dopo la storica visita del 2014, in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione, il 16 ottobre 2017, quest’anno dedicata ai migranti.

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