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Fatture ospedali: errori o furbate?

(Keystone-ATS) Sedute di fisioterapia per pazienti moribondi, interventi in realtà non effettuati, operazioni conteggiate erroneamente svariate volte, iniezioni che dovrebbero costare meno di 3 franchi inserite nei conti come 10’000 volte più care: il “Tages-Anzeiger” riferisce oggi di casi di fatturazioni massicciamente gonfiate da parte di ospedali. Semplici errori, affermano i nosocomi interessati. Ma un esperto sospetta che dietro ci sia di più.

Il primo caso riportato dal foglio zurighese concerne una 68enne morta dopo un’operazione all’ospedale universitario di Basilea. La fattura di 60 pagine arriva alla figlia, che è assistente di studio medico. “Inizialmente sono inciampata sulla parola colecistectomia”, riferisce la donna. Essendo un’operatrice sa di cosa si tratta: è l’asportazione della cistifellea, un intervento che la paziente non ha subito.

La figlia comincia allora a studiare l’elenco in dettaglio, fa intervenire anche la cassa malattia e così emergono tutta una serie di sbagli: posizioni inserite due, tre o addirittura quattro volte, sedute di fisioterapia (43) e di ergoterapia che non ci sono mai state (anche perché l’interessata era già allo stadio delle cure palliative), una respirazione artificiale da 46’704 franchi che viene poi completamente stralciata. La fattura, che era di 141’004 franchi, scende a 86’943 franchi.

Balza all’occhio, afferma il giornale, che tutti i tagli concernono l’assicurazione complementare: la paziente era infatti in camera privata. L’ospedale ammette gli errori e si scusa, ma contesta con veemenza che siano state conteggiate prestazioni volontariamente in modo non corretto.

Per il “Tages-Anzeiger” questo ambito rappresenta però un punto debole del sistema sanitario che può essere sfruttato, visto che da una parte i pazienti faticano a capire le complicate liste che si trovano di fronte, mentre gli assicuratori non hanno i mezzi per controllare in dettaglio ogni conto. “La spesa per gli accertamenti è spesso più elevata di quanto si possa poi risparmiare”, spiega al quotidiano Felix Schneuwly, esperto di casse malattia presso il servizio di confronto internet Comparis.ch.

A testimonianza di tutto ciò la testata zurighese porta un secondo esempio, quello di un’operazione di vasocostrizione. Tre giorni all’ospedale cantonale Bruderholz di Basilea Campagna, per un costo di 35’214 franchi, che la cassa malattia paga senza fiatare. Anche in questo caso interviene la figlia della paziente, che a posteriori chiede l’elenco dettagliato delle prestazioni. Risulta che l’iniezione di un mezzo di contrasto è stata fatturato per 27’720 franchi, invece di 2,75 franchi: uno sbaglio di un fattore 10’000, quindi. Anche in questo episodio i responsabili parlano di un semplice errore, che dopo la segnalazione è stato subito corretto. Ma senza l’intervento di un parente particolarmente attento l’assicurazione avrebbe pagato quasi 30’000 franchi per nulla.

Schneuwly non è sorpreso da questi episodi. “Sento in continuazione di fatture ospedaliere che vengono ridotte dopo l’intervento dei pazienti, a volte anche della metà”. Egli non crede che si tratti di errori. “Ho il sospetto che alcuni medici provino semplicemente a conteggiare più del dovuto, perché in generale nessuno contesta”, afferma lo specialista. Non bisogna dimenticare – ricorda l’esperto – che in gioco vi sono interessi economici enormi. “Per forza si arriva a incentivi sbagliati”.

Un dottore renano citato in modo anonimo riferisce anche di come “qualche collega” effettui su pazienti in camera privata tendenzialmente più operazioni di quelle praticate su persone con la stessa diagnosi che hanno solo l’assicurazione di base. Inoltre vige una sorta di giungla tariffaria: per inserire una protesi del ginocchio lo stesso chirurgo fattura 15’000 franchi in una clinica contro i 4500 messi in conto all’ospedale cantonale, spiega la fonte al “Tages-Anzeiger”.

Secondo Schneuwly per evitare il più possibile episodi di malasanità servono maggiori contatti fra casse e pazienti, nonché trasparenza: le fatture devono diventare più comprensibili, affinché possano essere controllate anche dai non addetti ai lavori.

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