Prospettive svizzere in 10 lingue

Festival: al via domenica Salisburgo; 90 anni nel segno del mito

(Keystone-ATS) VIENNA – Si alza il sipario, domenica, sul Festival di Salisburgo (25 luglio-31 agosto) che quest’anno, per festeggiare i suoi 90 anni, si presenta particolarmente ricco e al top: una girandola di grandi direttori – il meglio sul mercato – si alterneranno per cinque settimane sul podio delle migliori orchestre del mondo, trasformando la piccola città che ha dato i natali a Mozart nella capitale mondiale della musica.
“Dove Dio e uomo si scontrano, nasce la tragedia”, è il motto, preso in prestito dallo scrittore austriaco Michael Koehlmeier, che ispira l’edizione di quest’anno, l’ultima peraltro firmata dal sovrintendente tedesco Juergen Flimm, che lascia anzitempo e dall’autunno sarà alla Staatsoper a Berlino. Al mito e a molti dei suoi eroi che sin dall’inizio del Festival hanno frequentato il suo Olimpo sono dedicate molte delle opere in cartellone: molta lirica, ma anche prosa, e un pregnante programma di concerti, e innumerevoli manifestazioni in margine, incontri, simposi, letture, dibattiti, mostre.
La prima opera in programma, il 27 all’Haus fuer Mozart, è una prima mondiale: Dionysos, del tedesco Wolfgang Rihm, che si è ispirato ai ditirambi di Nietzsche. Regia di Pierre Audi, dirige il tedesco Ingo Metzmacher. Nuova produzione anche di Lulu di Alban Berg (regia Vera Nemirova, dirige Marc Albrecht), più una Norma di Bellini in forma di concerto, con la cantante Edita Gruberova in uno dei suoi cavalli di battaglia. Attesa anche per Riccardo Muti, che dirigerà Orfeo ed Euridice di Gluck, e per Daniele Gatti, che qui debutta con Elektra di Strauss. Inoltre saranno riproposti il Don Giovanni con la regia rispolverata di Claus Guth, diretto da Yannick Nezet-Seguin, e Romeo et Juliette di Gounod (sempre Nezet-Seguin, con regia di Barlett Sher) con il fascinoso soprano russo Anna Netrebko come highlight.
Come sempre il Festival aprirà, il 25, con la tradizionale messa in scena all’aperto sulla Piazza del Duomo di Jedermann (Ognuno), il dramma di Hugo von Hofmannsthal, padre fondatore del Festival nel 1920, che tutti gli anni rappresenta il magnete principale della rassegna, per ogni tipo di pubblico e tasche.
Per la prosa un glorioso ‘come back’, il regista tedesco Peter Stein (dal 1991 al 1997 direttore della sezione teatro del Festival. Torna con un classico greco, l’ultima tragedia di Sofocle, Edipo a Colono, con Klaus Maria Brandauer protagonista. Come Poeta Ospite, e’ stato invitato Claudio Magris che terra’ una serie di incontri su temi come la malinconia, il Danubio e tre film sull’Austria.
Imponente la sezione concerti, diretta da Markus Hinterhaeuser, che per un anno assumera’ l’interim di Flimm al comando del Festival in attesa dell’arrivo di Alexander Pereira, con un angolo su Rihm e il meglio del meglio di solisti e direttori: la Netrebko, Elina Garanca, Anne-Sophie Mutter, Martha Argerich. Ancora Muti (con Gerard Depardieu voce recitante in Ivan il terribile di Prokofiev), Daniel Barenboim, Riccardo Chailly, Simone Rattle (con i suoi Berliner Philharmoniker), Mariss Jansons, Maurizio Pollini.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR