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Film anti-islam: al Qaida urla, uccidete diplomatici USA

(Keystone-ATS) “Continuate le proteste, attaccate e incendiate le ambasciate americane, uccidete i diplomatici Usa”: il giorno dopo il ‘venerdì della rabbia islamicà che ha riempito le piazze di gran parte delle capitali musulmane dal Nord Africa al Sud Est Asiatico, al Qaida nella Penisola arabica (Aqap) si fa portavoce dell’organizzazione terroristica creata da Osama bin Laden. E scaglia nuovi rabbiosi incitamenti alla violenza, “giusta reazione” all’offensivo film su Maometto messo su Youtube una settimana fa e definito “ennesimo capitolo” della “guerra dei crociati” contro l’islam.

“Chiunque si avvicini ad ambasciatori o emissari dell’America deve seguire l’esempio dei discendenti (libici) di Omar al Mukhtar, che hanno ammazzato (a Bengasi) l’ambasciatore americano”, afferma il comunicato di Al Qaida nella Penisola Arabica. E aggiunge che l’eliminazione delle ambasciate e dei consolati deve “essere un passo verso la liberazione dei Paesi musulmani dall’egemonia e dall’arroganza americane”.

L’allarme resta dunque altissimo, anche se oggi non è stata segnalata alcuna protesta islamica di rilievo nelle capitali arabe. Manifestazioni con centinaia di persone nelle strade in Indonesia, il Paese musulmano più popolato al mondo, e in Australia si sono svolte nella calma. Per contro la protesta islamica anti-Usa oggi è scesa in piazza a Parigi e Anversa: sia la polizia francese che quella belga, a seguito di scontri, hanno fermato un centinaio di persone.

Oltre ad Al-Qaida nella Penisola Arabica, anche gli integralisti islamici somali e i talebani pachistani oggi hanno diffuso appelli che incitano ad attaccare edifici e installazioni americane nel mondo. Già la notte scorsa i talebani afghani hanno attaccato la base dove da qualche giorno tra i soldati britannici è in servizio il principe Harry, uccidendo due soldati Usa.

La volontà sempre più chiaramente espressa sembra essere quella di ‘mondializzarè il più possibile la “guerra ai crociati”, trasformando in pretesto ogni più o meno discutibile evento. Aqap ha messo in rete oggi anche un altro comunicato: il sanguinoso assalto al consolato statunitense a Bengasi, afferma, non è solo la conseguenza del film blasfemo girato negli Stati Uniti, ma anche della morte del numero 2 della rete terroristica, Abu Yahya al-Libi, ucciso in giugno da un drone americano in Pakistan.

La doppia uscita su Internet di Al Qaida nella Penisola Arabica, organizzazione che ha la sua base nello Yemen, sembra peraltro aver sortito nell’immediato più un effetto a livello di governi che di piazza. Sia il Parlamento yemenita che il governo del Sudan hanno infatti respinto la richiesta, fatta da Washington, di inviare altri marines a Sanaa e a Khartoum per proteggere le sue sedi diplomatiche da eventuali altri attacchi.

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