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Film anti-islam: Tunisi, saliti a 4 i morti

(Keystone-ATS) Secondo il sito Tunisie Numerique è salito a quattro il numero dei morti negli scontri di ieri davanti all’ambasciata americana a Tunisi. Il sito cita fonti dell’ospedale Mongi Slim dove ieri sono stati portati molti dei feriti.

Il sito, solitamente molto attendibile, riferisce che tre delle vittime sono decedute per ferite d’arma da fuoco. La quarta, un uomo, non è sopravvissuto ad un grave trauma cranico, pare dopo essere stato travolto da un automezzo impiegato dalle forze dell’ordine. L’uomo sarebbe deceduto durante il trasferimento all’ospedale militare della capitale, specializzato per lesioni come quelle subite dalla vittima.

Un precedente bilancio ufficiale parlava di due morti, una cinquantina di feriti e 28 arresti. Gli scontri sono seguiti a una manifestazione di protesta contro il film anti-islam prodotto negli Stati Uniti che da due giorni sta scatenando manifestazioni in tutto il mondo.

La polizia tunisina sta cercando, dalla tarda serata di ieri, uno degli esponenti più noti del salafismo, lo sceicco Abou Iyadh, sospettato di avere ispirato i disordini.

Panetta: dispiegate forze in 17-18 luoghi

Gli Usa stanno dispiegando forze militari in 17-18 luoghi in tutto il mondo islamico, ha annunciato il segretario americano alla Difesa Leon Panetta alla rivista Foreign Policy senza fornire indicazioni precise su luoghi e numeri.

“Dobbiamo essere preparati nel caso in cui le protese dovessero sfuggire di mano”, ha aggiunto Panetta precisando che comunque “una manifestazione di estremisti non è necessariamente espressione del sentire di tutto un paese, come all’epoca del Ku Klux Klan negli Stati Uniti”.

Obama: violenza ingiustificata

“Non c’è giustificazione alla violenza. Non c’è alcuna scusa agli attacchi alle nostre ambasciate o consolati. Fino a che sarò comandante in capo non tollererò gli sforzi di nuocere ai nostri concittadini”, ha affermato il presidente Barack Obama nel messaggio settimanale, sottolineando che gli Stati Uniti sono impegnati ad assicurare che tutti gli americani in servizio all’estero siano protetti.

“Siamo in contatto con i governi di tutto il mondo per rafforzare la collaborazione e per sottolineare che tutti i paesi hanno la responsabilità di proteggere il nostro personale”.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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