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Filmati porno a scuola: se ne discute nella Svizzera tedesca

(Keystone-ATS) Filmati porno nelle aule scolastiche? Il dibattito è lanciato nella Svizzera tedesca, dopo che l’organizzazione di difesa dei diritti degli uomini e dei padri, männer.ch, ha chiesto di autorizzare il materiale a luci rosse nel quadro di speciali unità di insegnamento, sotto la guida di personale esterno. Obiettivo: insegnare ai ragazzi a gestire l’ondata di pornografia con cui prima o poi verranno in contatto.

In una presa di posizione all’indirizzo della Confederazione, di cui ha riferito domenica la “NZZ am Sonntag” l’associazione auspica una riforma dell’attuale normativa sessuale: si tratterebbe di rinunciare a regole di natura morale per puntare sull’educazione e sul rafforzamento dell’autonomia sessuale. Nel campo della pornografia dura männer.ch ritiene quindi per esempio che dovrebbero essere autorizzate scene con escrementi o pratiche sessuali sado-maso.

A far parecchio discutere in questi giorni è però soprattutto la richiesta di poter mostrare porno anche a minori di 16 anni – attualmente comportamento penalmente perseguibile – se ciò avviene con un evidente intento pedagogico e in sedute chiaramente definite. Questo perché oggigiorno – argomenta la “lobby” degli uomini – i giovani sono confrontati molto presto con argomenti di carattere pornografico, che lo si voglia o no: quindi sia i genitori, sia la scuola dovrebbero accompagnarli in modo serio sul campo.

Se in un primo momento la presa di posizione di männer.ch era passata praticamente inosservata (risale infatti all’ottobre 2011), l’articolo della “NZZ am Sonntag” ha ora acceso i riflettori sulla questione. Anche perché il presidente dell’organizzazione, Markus Theunert, è dal primo luglio “preposto alle questioni maschili” del canton Zurigo, una prima a livello svizzero.

Alcuni politici hanno già mostrato di gradire poco la proposta e anche il presidente dei docenti svizzero-tedeschi, Beat Zemp, si è mostrato scettico in dichiarazioni riportate dal domenicale. Ma fra gli specialisti non mancano i sostenitori. “I giovani devono poter comprendere l’utilità e i danni della pornografia”, afferma Bruno Wermuth, consulente e educatore sessuale, in un’intervista pubblicata oggi dal sito online di “20 Minuten”.

A suo avviso si tratta essenzialmente di fornire un aiuto. “Molti giovani, dopo aver consumato filmati pornografici, si pongono domande che non trovano risposte nella cerchia di amici: sono lasciati a loro stessi”, osserva Wermuth. Per far fronte alla situazione anche gli insegnanti e i genitori devono perciò avere “competenze” in materia.

Per Wermuth è comprensibile che i docenti hanno poca voglia di assumersi un nuovo compito di questa portata: bisogna quindi far ricorso agli esperti. L’importante è che il tema venga affrontato prima dei 16 anni, quando secondo la legge si raggiunge la piena maturità sessuale.

“A partire dai 12 anni la pornografia deve essere trattata nell’ambito dell’educazione sessuale”, afferma Wermuth. L’intervistato ammette che non tutti i ragazzi, a quell’età, hanno già avuto contatto con il tema e che i ritmi di sviluppo non sono uguali per tutti: ma anche nelle altre materie – osserva – non ci si chiede prima quali siano le competenze iniziali.

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