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Finanze vaticane oggi peggio di epoca Ratzinger

Il Vaticano sarebbe in una situazione vicina al crack finanziario. KEYSTONE/EPA ANSA/ANGELO CARCONI sda-ats

(Keystone-ATS) Per le finanze vaticane “la situazione è sicuramente peggiorata rispetto a quando il predecessore di Francesco, Benedetto XVI, ha deciso di fare un passo indietro”. Lo dice il giornalista Gianluigi Nuzzi, nel giorno dell’uscita del suo saggio “Giudizio universale”.

Lo scritto delinea per il Vaticano una situazione vicina al crack finanziario. “Tutti i parametri sono precipitati – spiega Nuzzi – per esempio all’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa) i parametri dei risultati operativi presentano crolli anche oltre il 60 per cento”.

“Secondo – aggiunge – me siamo di fronte a un collasso del management della curia, gli strumenti sono vetusti, lo dicono i documenti, ancora si utilizzano trascrizioni manuali dei numeri in epoca di intelligenza artificiale, c’è una parcellizzazione delle competenze e c’è inadeguatezza della classe dirigente, questo lo dicono loro stessi”.

“C’è anche – spiega ancora – una situazione economica negativa perché le offerte sono precipitate ed è evidente dalle carte l’inefficienza della gestione del patrimonio immobiliare. All’Apsa, ad esempio, il 40 per cento non dà reddito, un dato che sarebbe insopportabile per qualunque tipo di finanza”.

Secondo Nuzzi, poi, esisterebbero, “ombre” sui fondi riservati di Francesco, gestiti da una banca interna. Nemmeno il Papa stesso conoscerebbe nei dettagli i fondi personali a sua disposizione.

Oltre ai fondi del papa, secondo Nuzzi, l’ufficio amministrativo della segreteria di Stato gestisce importanti tesori, dalla contabilità ultrasegreta. L’ufficio era diretto fino al luglio scorso da monsignor Alberto Perlasca.

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