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Finisce partnership con Toyota, Tesla frena in Borsa

Da sinistra: il CEO di Toyota Akio Toyoda, quello si Tesla Elon Musk e l'allora governatore della California Arnold, in occasione dell'annuncio dell'alleanza, nel 2010. Keystone/AP/PAUL SAKUMA sda-ats

(Keystone-ATS) I titoli Tesla risentono dell’ufficializzazione della separazione da Toyota, avvenuta nel corso del 2016, e perdono in Borsa oltre l’1,5%.

Dopo anni di collaborazione, le due case automobilistiche sciolgono la loro partnership, con Toyota che ora ha venduto la sua quota restante della società di Elon Musk.

L’alleanza fra le due case automobilistiche risale al 2010, quando avevano unito le forze per la produzione di auto elettriche. Toyota aveva investito allora 50 milioni di dollari in Tesla, ottenendo in cambio la produzione di componenti per le le batterie del RAV4.

Il primo distacco fra le due società si era avuto nel 2014, con Toyota che aveva ceduto parte della sua quota dopo aver annunciato che non l’avrebbe più usata come fornitore per il RAV4. Nel corso dello scorso anno, il costruttore giapponese si è liberato della quota restante, uscendo definitivamente dall’azionariato di Tesla e mettendo fine alla partnership.

La decisione arriva mentre Toyota concentra i propri sforzi nel costruire da sola la prossima generazione di auto elettriche. Il grande salto Tesla l’ha già fatto. E ora è pronta a quello successivo: il lancio del Model 3, con il quale punta con le auto pulite alla conquista del grande pubblico con prezzi più accessibili rispetto a quelli attuali.

La corsa di Tesla non ha quasi conosciuto ostacoli nel 2017, con la casa guidata da Elon Musk che ha battuto Detroit, superando General Motors e Ford per capitalizzazione di mercato. Un’ascesa che riflette il “terremoto” in corso nell’industria dell’auto, con le “vecchie” case automobilistiche che cedono il passo all’innovazione della ricca Silicon Valley, per la quale gli investitori sembrano pronti a staccare un assegno in bianco in termini di fiducia.

Il sorpasso su Detroit è infatti avvenuto anche se Tesla resta una società di nicchia, altamente indebitata, con conti in rosso, un pubblico limitato, e una quota di mercato dello 0,2% contro il 17,3% di GM. Ma le aspettative e il potenziale sono ritenuti decisamente maggiori di quello delle “vecchie” di Detroit.

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