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Fiscalità imprese: l’UE chiede a Svizzera progressi entro fine anno

(Keystone-ATS) L’Unione Europea (UE) si aspetta che entro la fine dell’anno la Svizzera faccia progressi nei negoziati sul tema dell’imposizione delle imprese. Ha però mitigato la minaccia di adottare misure di ritorsione entro la fine di giugno.

I ministri delle finanze dell’UE hanno adottato oggi a Lussemburgo vari rapporti sui dossier fiscali, tra cui quello sul codice di comportamento europeo nell’imposizione delle imprese. Il testo afferma che misure “alternative” saranno esaminate se nei colloqui tra Svizzera e UE “non viene raggiunto nessun risultato soddisfacente entro il termine della presidenza cipriota”, vale a dire per la fine di dicembre.

Questo può anche includere “un esame unilaterale delle pratiche fiscali”, sottolinea il documento. Alla fine del 2011, i 27 Paesi avevano minacciato di adottare “misure di ritorsione” se non si fossero constatati progressi entro il 30 giugno. In questo modo la Svizzera sembra aver ottenuto almeno un periodo di tregua, dopo che il Consiglio federale ha adottato un mandato negoziale sul codice di condotta comunitario.

Secondo l’Unione Europea, i regimi fiscali applicati da alcuni cantoni sono discriminatori perché tassano in modo diverso gli utili delle imprese svizzere ed estere.

Berna vuole trovare una soluzione accettabile a livello internazionale che possa rafforzare la piazza imprenditoriale svizzera e mantenere in equilibrio i bilanci di Cantoni e Confederazione, mentre Bruxelles chiede l’adozione dei principi e dei criteri comunitari del suo codice di comportamento.

I ministri europei hanno anche adottato un rapporto su varie “tematiche fiscali” all’attenzione dei capi di stato e di governo che si riuniranno la settimana prossima a Bruxelles. Esso rileva la mancanza di progressi in particolare nel campo della fiscalità del risparmio.

Da circa un anno Bruxelles cerca di ottenere un mandato per discutere con la Svizzera e altri paesi terzi un ampliamento del campo d’applicazione degli accordi bilaterali su questa tematica. Le discussioni sono bloccate da Austria e Lussemburgo (nell’UE le decisioni in tema fiscale devono essere adottate all’unanimità), che temono per il loro segreto bancario.

Inoltre, la prossima settimana la Commissione dell’UE presenterà la sua strategia per rafforzare la lotta all’evasione e alla frode fiscale. Anche questo rapporto sarà presento al prossimo vertice di Bruxelles.

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