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FMI: avanti con stimoli ma ridurre debito, sì a riforme

(Keystone-ATS) NEW YORK – La crisi ha messo in ginocchio i bilanci pubblici di molti stati, facendo lievitare il deficit e il debito, che ora vanno ridotti anche perché “l’incertezza fiscale può minare la ripresa”. Nonostante questo per le exit strategy è ancora presto e nelle economie avanzate è necessario mantenere gli stimoli all’economia almeno per tutto il 2010: il processo di ritiro potrebbe avviarsi nel 2011, se l’economia si evolverà come previsto.
Ad affermarlo è il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che invita i governi a seguire la strada delle riforme strutturali per ridurre il debito: una strada che passa per la riforma delle pensioni, della sanità, delle spese e per un aumento delle entrate fiscali.
“Una crescita maggiore attraverso riforme strutturali, inclusa una maggiore concorrenza sul mercato di beni e servizi e la rimozione di distorsioni sul mercato del lavoro, può contribuire in modo significativo a ridurre il debito aumentando le entrate fiscali e bilanciando gli effetti non desiderabili derivanti dall’invecchiamento della popolazione”, osserva il Fondo, precisando che è necessario “ripristinare la sostenibilità fiscale” non solo con il ritiro delle misure di stimolo messe in campo ma anche attraverso riforma strutturali. Le exit strategy – aggiunge il Fmi – devono essere “coerenti, credibili e coordinate”.
Il risanamento dei bilanci pubblici è una “priorità”, soprattutto alla luce del fatto che “a livello globale la crisi ha avuto l’impatto più grande e pervasivo sulle finanze pubbliche dalla Seconda Guerra Mondiale”, osserva il documento redatto, fra gli altri, dal capo economista Olivier Blanchard, e nel quale si osserva come il debito non deve essere solo stabilizzato a livelli elevati ma va tagliato in alcuni casi anche al di sotto dei livelli pre-crisi. Secondo il Fondo monetario internazionale il rapporto deficit-pil nei Paesi avanzati del G20 è passato dal 2% del 2007 al 10 per cento del 2009, mentre il rapporto debito-pil passerà dal 73% del 2007 a, in media, il 109% del 2014.
“La riduzione del debito è un problema che richiede molto tempo e misure anche difficili”, spiega un rappresentante del Fmi nel corso di una conference call. La riduzione del debito – suggerisce il Fondo – può essere perseguita attraverso l’attuazione di riforme strutturali in grado sostenere la crescita, tenendo anche in considerazione la privatizzazione degli asset controllati dal governo prima della crisi.

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