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Fmi spinge donne, motore crescita e lotta diseguaglianze

(Keystone-ATS) Più potere alle donne per combattere le diseguaglianze e spingere la crescita economica. Nonostante i progressi degli ultimi anni, le donne al lavoro sono ancora decisamente meno rispetto agli uomini.

Così come le loro buste paga sono in media 15 punti percentuali più leggere di quelle degli uomini.

A scattare la fotografia delle donne nell’economia è il Fmi, sottolineando che il “sesso debole” resta ancora indietro rispetto agli uomini sia nei paesi avanzati sia in quelli in via di sviluppo, mentre potrebbe rappresentare un ‘motore’ per la ripresa economica in grado di aiutare a sconfiggere la nuova piaga del secolo, ovvero le diseguaglianze dei redditi, che si sono accentuate con la crisi finanziaria. Il Fondo invita ad agire ammettendo però che non c’è una “bacchetta magica”. E questo perché i problemi variano: nelle economie avanzate il divario fra donne e uomini riguarda la partecipazione economica; nelle economie in via di sviluppo, invece, il gap è relativo all’istruzione e alla sanità, che sono i maggiori ostacoli a una più equa distribuzione.

“I gap elevati nella partecipazione al mercato del lavoro fra donne e uomini si traducono in diseguaglianze di profitti fra i due sessi, e creano diseguaglianze nei redditi” afferma il Fondo, proponendo la propria ricetta per ridurre e abolire il divario fra donne e uomini. La ricetta si basa su quattro pilastri: la rimozione delle restrizioni legali basate sul sesso, la revisione delle politiche fiscali per incoraggiare le donne a entrare nel mercato del lavoro, creare spazio nei budget pubblici per le spese prioritarie quali le infrastrutture e l’istruzione, e l’attuazione di benefit per le famiglie.

Il divario fra donne e uomini al lavoro si è ridotto negli ultimi 20 anni, calando in media di otto punti percentuali nei paesi Ocse. Un risultato in parte legato all’aumento della disoccupazione maschile con la crisi finanziaria. Il divario da un punto di vista dei salari si è ridotto di quattro punti percentuali, ma le donne continuano a guadagnare in media il 15% in meno rispetto agli uomini.

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