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FNS: personale carceri, più rischio burnout in Ticino e Romandia

(Keystone-ATS) Il personale carcerario in Svizzera è in genere soddisfatto del proprio lavoro, in media addirittura più di altre categorie professionali. Tuttavia circa il 10% di chi lavora nelle prigioni presenta un rischio di burnout. È quanto emerge da un’indagine condotta da un team dell’Università di Berna, stando alla quale questo rischio è nettamente superiore in Ticino e Romandia (oltre il 18%) rispetto alla Svizzera tedesca (6-7%).

Il team dell’Istituto di diritto penale e criminologia – sostenuto dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) che riferisce oggi in una nota dei risultati – ha condotto tra il 2010 e il 2012 la prima inchiesta rappresentativa sul personale penitenziario in tutta la Svizzera, inviando un questionario a 1880 persone che lavoravano in 84 istituti di privazione della libertà.

Sorpresa: l’82% degli interpellati si è detto soddisfatto del suo lavoro, un valore molto alto, superiore alla media del 77% circa rilevato nel 2012 dal “barometro HR (Human Relations)” dell’Università e del Politecnico di Zurigo, inchiesta rappresentativa condotta regolarmente dal 2006 fra i lavoratori di tutti i settori in Svizzera. Soltanto il 3% del personale carcerario si è detto insoddisfatto della sua attività.

Inoltre il 90% degli interpellati si è dichiarato in buona salute, contro l’85% generale rilevato dal barometro HR. Solo il 2% del personale penitenziario ha definito cattivo il suo stato di salute. Tuttavia, il 10% di esso presentava un “alto rischio” di burnout. Questi dipendenti “soffrivano già di un esaurimento emotivo al momento dell’inchiesta”, si legge nella nota. Inoltre, le assenze prolungate per motivi di salute sono relativamente frequenti: il 39% degli interpellati ha risposto di essersi assentato dal lavoro per più di tre giorni “negli ultimi tempi”, contro il 33% nel barometro HR.

Il responsabile dello studio Ueli Hostettler rileva “differenze regionali sorprendenti”: “nella Svizzera romanda e in Ticino in particolare, il sovraffaticamento e il rischio di burnout sono nettamente più alti che nella Svizzera tedesca”, afferma l’antropologo sociale, secondo il quale “urge intervenire”. Nella Svizzera latina – ha precisato Hostettleer all’ats – i soddisfatti sono solo il 78,5%, contro l’84,4% della Svizzera nordoccidentale e l’83,6% di quella orientale. Più preoccupante è il rischio di burnout, che arriva al 18,3% nei penitenziari del concordato romando-ticinese, contro rispettivamente il 7 e il 6% in quelli dei due concordati svizzerotedeschi.

Secondo Hostettler nella Svizzera latina il personale giudica in modo più negativo l’ambiente di lavoro (rapporti con i superiori, partecipazione alle decisioni, possibilità di iniziative autonome sul lavoro). Per contro la collaborazione con i colleghi è vista in modo più positivo.

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