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Fondamentale riconoscere tubercolosi nella fauna selvatica

(Keystone-ATS) I casi di tubercolosi nei bovini e nella fauna selvatica in Svizzera sono in aumento negli ultimi anni. Dallo scorso primo agosto, in virtù della legislazione sulle epizoozie, cacciatori e guardiacaccia hanno l’obbligo di segnalare a un veterinario ufficiale lesioni tubercolari sospette, svolgendo così un ruolo fondamentale nel riconoscimento precoce. Tale procedimento permette di adottare misure efficaci per evitare la propagazione di questa malattia, indica l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) in una nota odierna.

Inoltre, è necessaria un’efficace politica della caccia, poiché una delle misure preventive per ridurre il rischio di diffusione dell’epizoozia è quella di evitare una densità troppo elevata di cervi o di cinghiali. Bisogna anche far sì che questi ultimi non si radunino in numero eccessivo presso i posti di foraggiamento artificiale, precisa l’USAV.

La selvaggina è idonea al consumo e può essere immessa sul mercato solo se il cacciatore non rileva alcuna alterazione della carcassa e degli organi interni durante l’esame regolamentare. Se ci sono segni visibili, bisogna procedere ad un controllo da parte di un veterinario ufficiale, segnala ancora l’USAV.

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