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Forze speciali Usa sapevano di ospedale a Kunduz

(Keystone-ATS) Analisti delle operazioni speciali americane erano a conoscenza che l’ospedale di Kunduz, in Afghanistan, poi bombardato il 3 ottobre scorso provocando almeno 22 vittime, era un sito medico protetto ma credevano che fosse usato per coordinare attività talebane.

“Non è chiaro” tuttavia se i vertici militari fossero al corrente di queste informazioni. Lo rivela l’agenzia di stampa statunitense Associated Press (AP) citando fonti di intelligence.

Stando a quanto emerge, già giorni prima del raid analisti delle operazioni speciali americane stavano raccogliendo informazioni sulla struttura, un dossier completo di mappe su cui l’ospedale veniva indicato con evidenza, insieme con precisazioni secondo cui agenzie di intelligence erano sulle tracce di un agente pachistano e con rapporti basati su materiale raccolto attraverso intercettazioni, stando ad un ex agente a conoscenza del materiale, citato dalla AP.

Quello che rimane oscuro è se i comandanti che hanno scatenato l’attacco con AC-130 sull’ospedale di Medici senza frontiere fossero consapevoli che si trattava di una struttura medica o sapessero delle accuse su una possibile attività nemica. L’episodio resta ad oggi al centro di un’indagine, dopo che nei giorni scorsi il generale John Campbell, il più alto comandante Usa in Afghanistan, ha riconosciuto che è stato commesso un errore. E anche il presidente Barack Obama se n’è scusato.

La Casa Bianca minimizza le informazioni trapelate oggi: “Non siamo a conoscenza del rapporto”, ha detto il portavoce Josh Earnest. “Siamo fiduciosi – ha aggiunto – che l’inchiesta del dipartimento di giustizia determinerà cosa sia successo nel bombardamento dell’ospedale”. L’amministrazione si mostra infatti compatta nel manifestare la sua determinazione per la ricerca dei fatti. “Non sappiamo ancora cosa sia successo a Kunduz”, ha ripetuto il capo del Pentagono, Ash Carter, rispondendo a domande sul raid: “Il generale Campbell ha riconosciuto che c’è stato un errore. C’è un’indagine in corso che stabilirà quanto accaduto. Lo abbiamo promesso al mondo e vogliamo essere certi di avere tutti i fatti”.

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