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Francia: condannato genio falsari; Picasso lo avrebbe assunto

(Keystone-ATS) PARIGI – Uno di loro si credeva Picasso, gli altri piazzavano le sue ‘patacche d’autore’ spacciandosi per mercanti d’arte: è stata punita dalla giustizia francese la cricca di 12 truffatori transalpini che per anni ha venduto falsi d’autore praticamente perfetti, oltre cento tele tra il 1997 e il 2005, tra cui opere contraffatte di maestri come Renoir, Chagall, Matisse, Picasso, Dali, Modigliani, Braque, e Fernand Léger, per incassi milionari.
La loro tecnica più diffusa? Presentarsi ai possibili acquirenti facendosi passare per grandi mercanti d’arte o eredi di grandi famiglie in rovina.
Il gallerista parigino Pascal Robaglia, da anni “cervello” della banda, è stato condannato a 5 anni, di cui trenta mesi con la condizionale, più 50.000 euro di multa, dal tribunale di Créteil, alle porte di Parigi, che oggi si è espresso sul dossier. Tre anni, di cui due con la condizionale, invece, per l’artista’ del gruppo, il genio del falso Guy Ribes, 62 anni tra poco, che realizzava riproduzioni praticamente perfette.
“Se Picasso l’avesse conosciuto, lo avrebbe assunto…”, ha detto un esperto in tribunale. Ribes, che ha impugnato il primo pennello a 8 anni, ha assicurato in passato che per quei quadri veniva pagato una miseria. “Una volta mi hanno commissionato un Renoir per la sera stessa”, ricorda il falsario in un’intervista. “Sono ripartiti con la vernice ancora fresca”. “Quando mi pagavano, erano 3.500, a volte 10.000 franchi”, dice ancora l’artista, che ancora non ragiona in euro.
Contro la banda, si sono costituite parte civile una ventina di persone. Alcune hanno sborsato fino a 300.000 euro per acquisire opere che ritenevano autentiche. Già in passato, Ribes era stato fermato dalla polizia. Ma agli inquirenti ha sempre detto che lui da quelle tele prendeva al massimo 2.000 euro al mese. La carriera di falsario l’ha iniziata nel 1975. “Un po’ per gioco e un po’ per orgoglio”, dice. Ma soprattutto perché nessuno apprezzava le sue opere. “Per gente che non capisce nulla dei miei lavori, è meglio fare così”, ha spiegato durante il processo.
Pronunciata la sentenza, il legale di Ribes ha espresso soddisfazione nei confronti dei giudici, che non lo hanno “considerato solo un falsario ma gli hanno riconosciuto qualità di artista”. Per tutti gli altri componenti della banda, sedicenti critici, esperti, mercanti d’arte, sono scattate pene fino a due anni di reclusione.

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