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Francia: misure anti rom; ancora polemica, governo inietta odio

(Keystone-ATS) PARIGI – In Francia continua la rivolta del mondo associativo e delle forze politiche all’opposizione dopo le misure annunciate ieri dal governo del presidente Nicolas Sarkozy nei confronti di nomadi e rom, con tanto di espulsioni e sgombero di circa 300 campi illegali. La sinistra denuncia la “spirale xenofoba” e la politica intrisa di “odio” del governo Sarkozy, mentre le Ong parlano di discriminazioni basate su “vecchi stereotipi”.
Intervistata dal “Nouvel Observateur”, Pouria Amirshahi, segretario nazionale socialista per i diritti umani, attacca il ministro dell’Interno Brice Hortefeux, che “impone – dice – una politica offensiva”, “fomentando il veleno dell’odio nella società francese”.
Secondo Amirshahi, davanti ad espulsioni di gitani verso la Romania o la Bulgaria, nella maggior parte i loro Paesi d’origine, bisognerà ricorrere alla corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Altrimenti, avverte,”passerà l’idea che esistono cittadini europei di serie B”.
L’opposizione chiede il rispetto delle norme sull’accoglienza dei nomadi e lancia un appello affinché tutti si mobilitino contro la “repressione”. Numerose le Ong e le associazioni che oggi hanno manifestato indignazione dopo il vertice di ieri esclusivamente consacrato al “problema” di nomadi e rom, fortemente voluto da Sarkozy. La Lega dei diritti dell’uomo (LDH) ritiene che le misure annunciate siano strettamente “legate all’origine” e quindi “discriminatorie”. Amnesty International condanna il loro carattere “repressivò, mentre per la Licra (Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo) Parigi veicola in questo modo i “peggiori stereotipi”.
Intanto, nel mondo del Gipsy jazz, amatissimo in Francia (patria adottiva di Django Reinhardt, il padre di questo genere musicale nato negli anni Trenta) il giro di vite di Sarkozy non sembra preoccupare più di tanto. È solo “un peccato che questa polemica intervenga proprio a cent’anni dalla nascita di Django”, dice il presidente del festival di Arles, Jean-Marc Pailhole, che a Django ha dedicato un’intera serata.

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