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Francia: preside pedofilo confessa,’ho stuprato alunni’

(Keystone-ATS) Orrore in Francia: un preside di una scuola ha riconosciuto di aver stuprato diversi bambini della prima elementare abusando di loro, costringendoli a fare sesso orale e fotografando e filmando le sue aggressioni.

E divampa la polemica visto che l’uomo era già stato condannato nel 2008 a sei mesi di reclusione con la condizionale e all’obbligo di cure perché in possesso di immagini pedopornografiche. Il giudice però non aveva emesso alcun divieto per l’esercizio del suo lavoro con i bambini e la Francia si chiede come sia possibile che possa essere rimasto al suo posto.

L’uomo, quarantenne, posto in stato di fermo da lunedì è indagato da oggi per “stupro aggravato, aggressioni sessuali su minori di 15 anni e acquisizione e detenzione di immagini pedopornografiche”.

L’uomo era giunto nella piccola scuola di quartiere nel 2014 e i fatti risalgono agli ultimi tre mesi, a partire da dicembre. Il preside della scuola Mas de la Ras, a Villefontaine, nel dipartimento dell’Isère, vicino a Grenoble, ha raccontato di avere organizzato in classe, nascondendosi dietro un paravento, degli ‘atelier del gusto’ per “fare testare nuove esperienze” ai suoi alunni con lo scopo di abusare di loro “per soddisfare la sua perversione”.

In particolare ha obbligato diversi scolari ad avere rapporti orali con lui. L’uomo ha inoltre confessato alla polizia di essere in possesso di immagini pedopornografiche spiegando di avere una “dipendenza da diversi anni”.

Secondo il procuratore della Repubblica di Vienne, il docente avrebbe inoltre fotografato e poi cancellato alcune aggressioni utilizzando delle videocamere posizionate in classe. Oggi, il preside è stato deferito al tribunale di Grenoble che lo ha incriminato nel pomeriggio.

Durante il periodo del fermo, sono state presentate nove denunce, corrispondenti a nove studenti oggetto di violenze, tra cui sette bambine e due bambini. Per far fronte alle polemiche la ministra dell’Educazione, Najat Vallaud-Belkacem e la collega alla Giustizia, Christiane Taubira, hanno annunciato l’apertura di un’inchiesta amministrativa congiunta “per fare luce su questo caso” e sulle “circostanze nelle quali l’autorità giudiziaria e l’Educazione nazionale hanno potuto avere informazioni relative a questa condanna”.

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