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Frena locomotiva tedesca, produzione -1,8% a maggio

(Keystone-ATS) L’economia europea manda nuovi segnali contrastanti sul fronte della ripresa. La produzione industriale tedesca, a maggio, segnala una brusca caduta dell’1,8%, che non era attesa dagli analisti e lascia prospettare un secondo trimestre dell’anno in frenata.

Un indicatore positivo arriva invece dalla Spagna mentre l’altra grande economia europea – la Francia – segnala una nuova decisa crescita della disoccupazione, con un numero di senza lavoro che sfiora ora i 3 milioni. E i dati macroeconomici si ripercuotono sui listini del Vecchio Continente, con Parigi che fa segnare il calo maggiore (-1,41%), seguita dal -1,15% di Milano, dal -1% di Francoforte e dal -0,6% di Londra.

Il calo dell’industria tedesca, segnato a maggio, si somma alla riduzione dello 0,3% segnata nel mese precedente. Ma dal Ministero dell’Economia tedesco si ostenta sicurezza. “Il calo dovrebbe essere temporaneo e dovuto al calendario, che conta un primo maggio festivo”, spiega il dicastero in una nota ufficiale nella quale si spiega che gli indicatori di fiducia e i fondamentali suggeriscono che il rialzo di produzione continuerà nel corso dell’anno, dopo un più debole secondo trimestre”.

Ma per la Germania non si tratta dell’unico dato negativo, anche se le previsioni degli analisti sulla crescita rimangono immutate: anche gli ordini sono caduti più del previsto, l’indice Iso sulla fiducia di giugno è al minimo semestrale e la disoccupazione è aumentata per due mesi consecutivi.

Anche Berlino sembra quindi non riuscire a liberarsi dai legacci della crisi, che al momento si abbatte soprattutto sul lavoro. Lo dimostra il dato francese, che a maggio segna un nuovo aumento della disoccupazione: +1,1% rispetto ad aprile e +2,1% su base annua. Il numero degli aventi diritto a contributi di ogni tipo riguardanti la disoccupazione ha così raggiunto quota 2.980.700 persone.

In controtendenza la Spagna. A maggio la produzione industriale ha segnato un rialzo dello 0,4% ma in confronto ad un mese di aprile che aveva registrato un tonfo dell’1,9%. Su base annuale, comunque, l’aumento è stato del 2,5%.

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