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Fukushima: Alta Corte, condanna Governo e Tepco a risarcimento

Condanna in Giappone per il governo e l'operatore della centrale di Fukushima, la Tokyo Electric Power (Tepco). KEYSTONE/EPA AFLO/AFLO / MAINICHI NEWSPAPER sda-ats

(Keystone-ATS) L’Alta corte di Sendai ha condannato il Governo e l’operatore della centrale di Fukushima, la Tokyo Electric Power (Tepco), a rimborsare i residenti danneggiati dall’incidente nucleare del marzo 2011.

Si tratta del maggior risarcimento dalla data in cui si è verificata la catastrofe e la prima volta che un tribunale di appello addita la responsabilità dell’incidente allo Stato su un totale di circa 30 procedimenti legali nel Paese.

L’importo, pari a un miliardo di yen – equivalente a 8,7 milioni di franchi – sarà distribuito equamente tra 3.550 querelanti. La sentenza del tribunale di appello, in linea con la prima ordinanza della Corte distrettuale di Fukushima nel 2017, si basa su tre punti principali: la prevedibilità del verificarsi dello tsunami, l’efficacia delle contromisure adottate per prevenire il disastro, e l’equità sul valore dei compensi ai residenti pattuiti dal governo.

In questo senso il verdetto della Corte di Sendai ritiene colpevoli la Tepco e il governo per non aver fatto abbastanza nell’evitare i danni causati dall’onda anomala a seguito della scossa di magnitudo 9. Nello specifico si cita un’indagine geologica del 2002 in cui veniva indicato alle autorità governative la possibilità di un’onda di 15,7 metri in caso di sisma, indicando di dotare la centrale delle coperture pertinenti.

La causa legale era stata inoltrata nel 2013 dagli allora residenti; ad oggi circa 55mila persone risultano ancora sfollate all’interno, o poco fuori i confini dalla prefettura di Fukushima.

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