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Fusione Basilea Città-Campagna: l’economista, è un’idea perversa

(Keystone-ATS) La fusione fra Basilea Città e Campagna è “un’idea perversa”, perché l’agglomerato renano perderebbe quell’autonomia che è alla base del suo successo, all’interno di un quadro federalistico e di concorrenza che fa bene a tutti: nel è convinto Reiner Eichenberger, professore di economia politica presso l’università di Friburgo, che in caso di una riunificazione vede vantaggi solo per politici e per funzionari.

“Sia a livello teorico, sia nella pratica, vale il principio che il federalismo è importante per la concorrenza e rappresenta il meglio per la popolazione”, afferma l’esperto 53enne in un’intervista pubblicata oggi dalla “Basler Zeitung”. “Fino a quanto non avremo nel governo e nell’amministrazione angeli onniscienti abbiamo bisogno di un processo di ricerca delle soluzioni giuste. Uno di questi è la concorrenza, il paragone diretto con quanto fanno gli altri”.

Secondo Eichenberger non è vero che un cantone grande abbia più successo di uno piccolo. Il maggior dinamismo si riscontra attualmente nella Svizzera centrale, dove il territorio è frammentato e i confini non sono conformi agli spazi economici e di vita: proprio per questo vi è concorrenza politica. Se Zurigo sta bene è perché viene messo sotto pressione dai cantoni vicini.

Per quanto riguarda Basilea, per lo specialista “è completamente incomprensibile come si possa pensare a una fusione”. La città ha solo 200’000 abitanti, ma – eccezione in Europa per questa grandezza – una importanza mondiale. Si è costruita il suo successo grazie al fatto di avere l’autonomia di un cantone. Ginevra è un esempio analogo e anche la città del Lemano ha una importanza mondiale. Dividere la città dal resto del cantone farebbe peraltro bene anche a Zurigo e soprattutto a Berna.

Sulla base degli studi effettuati riguardo alle aggregazioni comunali, Eichenberger è convinto che in caso di fusione fra i due cantoni renani i funzionari amplieranno le prestazioni, senza però adattarle ai bisogni reali dei cittadini. Anche gli stipendi all’interno dell’amministrazione aumenterebbero.

L’unità non farebbe la forza nemmeno nei confronti della Confederazione. E la nuova entità ascolterebbe meno i cittadini. “Naturalmente i consiglieri di stato sono per la grande fusione, loro ne beneficerebbero e la trovano una buona idea: guadagnerebbero di più e avrebbero un potere più ampio. Ma i cittadini ne uscirebbero perdenti”, conclude l’economista.

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