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GB: May avvia la Brexit e rinuncia a semestre di presidenza Ue

La prima ministra britannica Theresa May KEYSTONE/AP/MARKUS SCHREIBER sda-ats

(Keystone-ATS) La Gran Bretagna rinuncia al suo semestre di presidenza del Consiglio europeo nel 2017. È un atto doveroso quello annunciato oggi da Theresa May che ‘avvia’ lentamente il lungo processo di uscita dall’Unione europea dopo il referendum sulla Brexit

Questo non a caso avviene nel giorno in cui la neo premier conservatrice ha esordito con grande successo nel Question Time, con un inusuale sarcasmo contro l’opposizione laburista che ha ricordato quello di Margaret Thatcher, e ha compiuto la prima visita internazionale incontrando a Berlino la cancelliera tedesca Angela Merkel proprio per discutere del ‘divorzio’ da Bruxelles, mentre domani sarà a Parigi per incontrare il presidente francese François Hollande.

“Non vogliamo abbandonare i nostri amici europei”, ha affermato la May nel corso della conferenza stampa con la sua omologa tedesca, ribadendo che comunque “Brexit significa Brexit” e che Londra intende rafforzare le forti relazioni già esistenti, prima di tutto dal punto vista economico e della sicurezza, coi Paesi Ue. Inoltre il processo di uscita dall’Unione deve essere il più possibile “misurato e ordinato” e questo si traduce nel fatto che non verranno ancora indicati i tempi precisi.

Si tratta quindi di un ‘long goodbye’ che ha il primo segnale nella rinuncia britannica al semestre di presidenza Ue: “è la cosa giusta da fare dato che (nel 2017, ndr) saremo molto impegnati coi negoziati per l’uscita”, ha spiegato Downing Street.

Anche nel dibattito ai Comuni la May ha evitato le domande più spinose dei deputati che chiedevano qualche indicazione sui tempi del ‘divorzio’ e sul dossier immigrazione non si è sbilanciata, affermando che servirà ancora tempo per raggiungere il target promesso dai conservatori che vogliono passare dalle centinaia alle decine di migliaia di ingressi l’anno.

Il primo ministro ha dato il meglio di sé in una serie di attacchi al leader laburista Jeremy Corbyn. La pacata May ha mostrato a sorpresa una insolita verve, che subito i media del Regno hanno paragonato a quella della Thatcher

La giornata della May era iniziata col vento in poppa grazie a una serie di notizie sul fronte economico che al momento non fanno emergere conseguenze negative della Brexit. Come ha rassicurato la Bank of England, “non ci sono chiare evidenze di un forte rallentamento” dell’economia nazionale, sebbene sia aumentata l’incertezza dopo il referendum del 23 giugno, ma la maggioranza delle imprese non si attende un “impatto a breve termine in termini di investimento e assunzioni”.

Altra notizia positiva sul fronte della disoccupazione, scesa al 4,9% nel periodo marzo-maggio, ai livelli più bassi dal luglio 2005. Non mancano però le note dolenti per il nuovo governo May, che secondo il Times si deve preparare a sborsare miliardi per pagare consulenti legali e nuovi dipendenti pubblici impegnati nel processo della Brexit. Il conto finale potrebbe aggirarsi intorno ai 5 miliardi di sterline nell’arco di dieci anni.

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