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Germania: titolo di campione del mondo con poco impatto economico

(Keystone-ATS) La vittoria nella Coppa del Mondo di calcio ha suscitato euforia in Germania, ma rischia di avere uno scarso impatto economico in un Paese in cui la fiducia è già molto elevata, secondo gli esperti.

A Francoforte, capitale finanziaria tedesca, dopo una notte di festività le strade hanno ritrovato la loro calma abituale. Nella sala degli scambi, bandiere e gagliardetti sono fioriti e taluni trader non hanno esitato a lasciare a casa giacca e cravatta per esibire la maglietta della “Mannschaft”, mentre le varie televisioni tedesche ripropongono in continuazione le migliori azioni della finale di ieri.

“Si tratta di una bella vittoria. I trader sono molto contenti, ma soprattutto molto stanchi”, osserva divertito Raimund Strätz, responsabile del mercato obbligatorio per la banca ICF AG, con un occhio sui grafici, le curve e le tabelle che colorano l’infinità di schermi che gli stanno davanti.

Finita la festa, i primi scambi dei titoli borsistici sono avvenuti nella calma, con il Dax che si è mosso in linea con le altre piazze: nel pomeriggio guadagnava oltre l’1%.

“Non occorre attendersi a che la vittoria abbia un grande effetto sulla Borsa. Le crisi geopolitiche e bancarie o la situazione economica restano in primo piano per gli investitori”, sottolinea Robert Halver, capo del dipartimento di analisi finanziaria della banca Baader Bank, sulla piazza di Francoforte.

Impatto limitato

Tale parere è condiviso anche da Holger Bahr, economista presso DekaBank. “Per qualcuno che si interessa al calcio si tratta naturalmente di un bella vittoria, ma le ripercussioni (economiche) sono veramente molto limitate”, ha spiegato all’agenzia di stampa francese AFP, “tanto più che la situazione economica del Paese è già piuttosto buona”.

Se nel 2006 gli effetti della Coppa del Mondo, organizzata in Germania e con la giovane “Mannschaft” giunta a sorpresa sino in semifinale, erano stati più percettibili, visto che il Paese si era appena scrollato di dosso lo statuto di “malato d’Europa”, quest’anno invece la prima economia europea può già vantare un’elevata solidità.

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