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Germania: tribunale conferma azione sorveglianza 007 su Linke

(Keystone-ATS) BERLINO – Un tribunale tedesco ha stabilito che i servizi segreti interni del Paese possono continuare a sorvegliare la sinistra radicale (Linke), sospettata di avere “tendenze incostituzionali”, ma il partito fondato da Oskar Lafontaine e’ deciso a fare tutto il possibile – anche attraverso vie legali – per bloccare le attivita’ degli 007.
Il tribunale amministrativo di Lipsia (Est) ha respinto un ricorso di un esponente della Linke, Bodo Ramelow, volto a impedire all’agenzia di intelligence interna della Germania – la BfV – di continuare a tenere d’occhio il partito.
Secondo la Corte, la Linke, fondata da Lafontaine nel 2007 e nata dalla fusione del Pds (erede dell’ex partito comunista della Germania orientale) con i fuoriusciti dalla Spd, ha ancora al suo interno gruppi con obiettivi incostituzionali. E per questo, l’attivita’ di sorveglianza del partito e dei suoi membri e’ tuttora giustificata.
“Utilizzeremo tutti i mezzi legali e politici a nostra disposizione contro la sorveglianza segreta del nostro partito e dei nostri membri”, ha detto oggi il presidente della Linke, Klaus Ernst, rifiutandosi di espellere i gruppi piu’ estremisti del partito, come la Piattaforma Comunista o il Forum Marxista. La Linke, ha aggiunto Ernst al quotidiano Leipziger Volkszeitung, “non si lascia imporre con chi puo’ o non puo’ costruire le sue correnti”.
Per il partito, che alle politiche dell’anno scorso ha ottenuto l’11,9% dei voti, la decisione della Corte e’ un duro colpo. Oggi la Linke governa due regioni (la citta’-Landi di Berlino e il Brandeburgo) insieme alla Spd e – dopo la recente vittoria nel Nord Reno-Westfalia – e’ presente in oltre tre quarti dei parlamenti del Paese.
Uno stop alle attivita’ degli 007 avrebbe permesso al partito di presentarsi con un volto più ‘pulito’ a livello nazionale, dove i suoi potenziali alleati ritengono ancora che non sia idoneo a governare. Resta da vedere se Ernst riuscira’ a ribaltare la decisione. Per Ramelow, intanto, il verdetto del tribunale di Lipsia è “scandaloso” e rappresenta un “ritorno alla Guerra Fredda”.

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