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Giamaica: almeno 60 morti, boss droga ancora libero

(Keystone-ATS) KINGSTON – Ormai è un bagno di sangue e la situazione è fuori controllo. Per terzo giorno consecutivo, in Giamaica la polizia e l’esercito di Kingston hanno cercato di catturare Cristopher “Dudus” Coke: tentativi andati a vuoto ma che hanno portato alla morte di almeno 60 persone – in base a informazioni diffuse da fonti ospedaliere e da un conteggio effettuato dall’agenzia Afp – decedute negli scontri a fuoco tra le forze di sicurezza e le gang del narcotrafficante giamaicano. “Coke non è stato ancora preso”, ha ammesso il ministro alla sicurezza, Dwight Nelson, incontrando la stampa nella residenza del premier Bruce Golding.
La situazione si è aggravata nelle ultime ore, visto l’aumento del numero dei morti e il fatto che, secondo diversi testimoni, le bande di ragazzi e narcos che definiscono Coke “il nostro presidente” hanno attaccato la polizia davanti ad un ospedale, dove giacevano i corpi delle vittime, non lontano da Tivoli Gardens, il quartiere del quale Coke è l’indiscusso “padrino” e dove con ogni probabilità rimane nascosto.
Le strade di Kingston (2,8 milioni di abitanti), in genere rumorose e affollate, sono oggi apparse deserte, mentre gli elicotteri sorvolavano la città e le scuole, i negozi e gli uffici pubblici rimanevano chiusi, così come l’aeroporto internazionale “Norman Mailer”, bloccato ormai da ieri. Le persone arrestate sono più di 200.
Di fatto oggi è successo quanto si temeva da giorni, cioè che altri quartieri, oltre a Tivoli Gardens, sono stati “contagiati” dalla guerra tra narcos e forze dell’ordine. Domenica, il premier Golding ha ordinato lo stato d’emergenza nella città, che permette arresti e perquisizioni casa per casa. Le prime rivolte sono state innescate dal mandato di cattura per Coke che, se estradato negli Usa – dove figura nelle liste “top” del crimine – è destinato a finire dietro le sbarre per scontare l’ergastolo.
Nonostante le ripetute incursioni, con circa un migliaio di uomini armati in assetto di combattimento e con il sostegno di mezzi blindati, Tivoli Gardens continua ad essere sotto il controllo delle gang, di fatto una sorta di esercito personale dell’influente Coke, che nella sua lunga “carriera” da boss narco ha saputo coltivare contatti con politici e uomini d’affari dell’isola, e non solo.
È chiaro che “Dudus” conta sul sostegno di gran parte della popolazione non solo a Tivoli Gardens, ma anche in altri quartieri poveri e violenti della grande città caraibica, dove viene visto come una via di mezzo tra Robin Hood e il narco colombiano Pablo Escobar.
Sul suo sito internet il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sconsiglia ai cittadini svizzeri di recarsi a Kingston o nei suoi dintorni finché la situazione non si tranquillizza.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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