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Giappone: Takata chiede procedura di fallimento

Il Ceo Shigehisa Takada mentre ascolta le domande dei giornalisti durante una conferenza stampa tenuta oggi a Tokyo Keystone/AP/SHIZUO KAMBAYASHI sda-ats

(Keystone-ATS) Il produttore giapponese di airbag Takata ha richiesto formalmente la procedura di fallimento in un tribunale di Tokyo in seguito a un numero sempre crescente di indennizzi a livello globale che hanno comportato una perdita netta di oltre 700 milioni di dollari.

I debiti della società ammontano a oltre mille miliardi di yen, l’equivalente di oltre 8,7 miliardi di franchi, che includono i costi sostenuti dai produttori auto per gli airbags difettosi. Si tratta della maggiore insolvenza mai registrata da una società nipponica, che ha già comportato il delisting dalla Borsa di Tokyo (Tse) a partire dal prossimo mese.

I richiami dovuti ai malfunzionamenti degli airbag sono iniziati nel 2013 e i costi dei risarcimenti da allora sono schizzati, rendendo estremamente complesso per l’azienda il processo di ristrutturazione del debito. Le autorità statunitensi considerano Takata responsabile per almeno 11 morti in incidenti di auto.

Il presidente e amministratore delegato Shigehisa Takada ha annunciato le proprie dimissioni, scusandosi con i creditori e i sostenitori dell’azienda. Il ministro dell’Economia e dell’Industria Hiroshige Seko ha annunciato un piano di supporto finanziario per le piccole e medie imprese che potrebbero essere condizionate dagli ultimi sviluppi.

Secondo l’Istituto di ricerca Tokyo Shoko sono oltre 130 i fornitori in Giappone collegati direttamente a Takata.

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