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Ginevra: colonnello egiziano trasferito in istituto psichiatrico

(Keystone-ATS) Il colonnello egiziano Mohamed El-Ghanam, già oppositore al regime di Hosni Mubarak e attualmente afflitto da turbe mentali, potrà lasciare il carcere di Champ-Dollon dove è rinchiuso dal 2007. Il Tribunale federale (TF) ha infatti confermato la decisione della giustizia ginevrina di trasferirlo in un istituto psichiatrico, respingendo il ricorso del ministero pubblico cantonale che voleva che rimanesse richiuso nel penitenziario.

Parallelamente il TF accoglie parzialmente un ricorso di El-Ghanam: ritiene che la Corte di giustizia ginevrina non abbia esaminato con sufficiente attenzione le rimostranze del colonnello, che riferisce in particolare di violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La corte dovrà riesaminarle. I rimproveri riguardano le condizioni di detenzione, le cure e lo stato di salute dell’interessato. Alla fine del nuovo esame la corte dovrà anche rivedere la questione di un indennizzo, che aveva rifiutato.

Il colonnello si era rifugiato in Svizzera nel 2001, sentendosi minacciato dai servizi segreti egiziani dopo aver denunciato casi di corruzione e violazione dei diritti umani. Lo stesso anno aveva ottenuto asilo politico.

Nel 2005, nei corridoi dell’Università di Ginevra, l’ex alto funzionario del ministero dell’interno aveva tentato di aggredire con un coltello un uomo che sospettava di essere una spia. L’egiziano aveva successivamente pubblicato messaggi incitanti alla violenza su siti jihadisti nonché inviato lettere di minacce e proferito insulti nei riguardi di una consigliera di Stato ginevrina.

Nel 2007, considerato irresponsabile e pericoloso, l’ex alto graduato egiziano era stato internato nel carcere di Champ-Dollon. Lo scorso maggio la Corte di giustizia aveva ordinato il suo trasferimento in un istituto psichiatrico. Una decisione confermata ora dal TF, il quale rileva che le autorità cantonali dovranno sorvegliare attentamente l’evoluzione dell’interessato e ordinare il suo ritorno in un istituto chiuso se la pericolosità potenziale dell’uomo dovesse svilupparsi sfavorevolmente.

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