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Ginevra festiva tuttora blindata, MPC apre inchiesta su 2 siriani

(Keystone-ATS) A pochi giorni da Natale a Ginevra il livello di allarme resta alto: le tradizionali manifestazioni del periodo festivo si svolgono in una città blindata.

Gli inquirenti sono tuttora alla ricerca di quattro uomini sospettati di essere affiliati allo Stato islamico (Isis), mentre le indagini su due siriani, finiti nelle maglie della giustizia per puro caso, verranno affidate al Ministero pubblico della Confederazione (MPC) che li ritiene potenzialmente responsabili di fabbricazione di esplosivi.

Dei quattro ricercati non vi è finora traccia. Un colpo di fortuna ha invece fatto cadere nelle mani della polizia ginevrina i due siriani: essi – secondo quanto riferiscono i domenicali “SonntagsZeitung” e “Le Matin Dimanche” – si sarebbero trovati con una gomma a terra a Cologny. Le manovre per sostituire lo pneumatico avrebbero attirato l’attenzione di una pattuglia di agenti che ha proceduto a un controllo: all’interno della vettura sono state trovate tracce di esplosivi.

Posti in stato di fermo, i due verranno consegnati tra breve al MPC, che assume la direzione delle indagini a loro carico, ha indicato sabato sera alla stampa il procuratore generale del Canton Ginevra Olivier Jornot.

Pur non essendo più a capo del dossier, il magistrato ha fornito alcune precisazioni in merito. I due uomini, che non parlano francese e hanno presentato passaporti siriani autentici, affermano di essere giunti in Svizzera venerdì. Secondo gli inquirenti, i due siriani non hanno legami con i quattro uomini ricercati da mercoledì a Ginevra.

I due sono ora oggetto di un’indagine per sospetta fabbricazione, occultamento e trasporto di materie esplosive o gas velenosi, secondo l’articolo 226 del Codice penale, indica la Procura federale in una nota. Vi è inoltre la possibile violazione dell’articolo 2 della Legge federale che vieta i gruppi “Al-Qaïda” e “Stato islamico” nonché le organizzazioni associate.

Jornot ha aggiunto che le tracce di esplosivo – di cui non ha voluto precisare la natura – trovate nella loro vettura sono per ora gli unici elementi a loro carico. La presenza di tali sostanze non significa che essi abbiano veramente trasportato esplosivi: i due uomini sostengono infatti di aver acquistato l’automobile di recente. Il procuratore ginevrino non ha voluto fornire altri dettagli in merito al loro caso, rifiutandosi di rispondere a domande riguardanti il paese d’immatricolazione dell’automobile e l’ingresso dei due siriani in Europa.

Jornot ha precisato che nel frattempo la giustizia ginevrina ha abbandonato le ricerche del veicolo utilitario con targa belga entrato in Svizzera martedì notte al valico di La Cure/Les Rousses (VD/F): il furgoncino è stato visto in centro a Ginevra, ma sarebbe tornato in Francia mercoledì stesso passando la dogana a Veyrier (GE).

Le autorità non restano certo inattive, ha aggiunto Jornot. La procura federale, con il sostegno dell’Ufficio federale di polizia (fedpol), collabora strettamente con la polizia cantonale ginevrina. Il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber è in contatto diretto e regolare con il consigliere di Stato Pierre Maudet, capo del Dipartimento cantonale della sicurezza e dell’economia.

Dalle colonne della “SonntagsZeitung” Maudet non nasconde tuttavia una certa irritazione per le critiche mosse – stando a quanto riportato sabato da diversi media – da Berna alle autorità ginevrine, che avrebbero agito “unilateralmente” e senza fornire informazioni. “È una critica poco seria”: collaboriamo con l’MPC e con fedpol. La Procura federale – aggiunge Maudet – è a capo delle operazioni in caso di terrorismo e in questo caso ha dato luce verde alle nostre operazioni. “Criticarci ora è una sciocchezza”.

In ogni caso a Ginevra le operazioni di prevenzione proseguono e il livello di guardia è immutato da giovedì, ha indicato Maudet. Concretamente “almeno fino a stasera” vi sarà un maggiore dispiegamento di forze dell’ordine e più controlli di veicoli e persone. “Abbiamo requisito tutti gli ufficiali di polizia togliendoli ad altre indagini”.

Anche la Francia fa la sua parte: 100 gendarmi sono disponibili alle frontiere, la metà nei pressi dell’aeroporto di Cointrin e gli altri 50 nella regione a sud del cantone, verso Annemasse-Saint-Julien. “Ciò è molto importante in quanto ci dà la possibilità di procedere a un maggior numero di controlli”, ha concluso Maudet.

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