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Giurano 40 Guardie svizzere, ‘servire è onore’

Hanno giurato 40 nuove Guardie Svizzere (foto d'archivio) Keystone/EPA/ALESSANDRO DI MEO sda-ats

(Keystone-ATS) Nell’antico cortile di San Damaso, nel Palazzo Apostolico, 40 nuove reclute della Guardia Svizzera hanno giurato questa sera in Vaticano. Alla solenne cerimonia ha assistito anche la presidente della Confederazione Doris Leuthard.

L’evento, che si è aperto con gli squilli di tromba degli svizzeri e poi l’ingresso della banda, si ripete ogni anno il 6 di maggio, data che ricorda l’eroica morte dei 147 soldati elvetici caduti in difesa di papa Clemente VII nel Sacco di Roma del 1527. Cantone ospite di quest’anno è stato quello di Obvaldo.

Tra le quaranta nuove reclute, quattro hanno giurato in lingua italiana, 23 in tedesco e 13 il francese. Quest’anno sono entrate in servizio effettivo le prime guardie che hanno seguito il nuovo modello di scuola reclute, che ha previsto anche un periodo di addestramento specialistico in Svizzera, da parte del centro di formazione di polizia del canton Ticino. alla cerimonia ha preso parte anche la

Il Cortile di San Damaso era affollato di personalità vaticane, cardinali, rappresentanti politici e militari della Confederazione elvetica e naturalmente i parenti delle nuove Guardie. “E’ il giorno più importante della mia vita – ha confidato prima del giuramento una recluta – proteggere il Santo Padre a costo della vita è un onore”.

Al suono solenne della banda, la Guardia si è schierata in uniforme di gran gala, dal comandante all’ultimo alabardiere. Il cappellano della Guardia svizzera, padre Thomas Widmer, ha letto per intero la formula del giuramento: “Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il sommo Pontefice Francesco e i suoi legittimi successori, come pure di dedicarmi a loro con tutte le forze , sacrificando ove occorra anche la vita per la loro difesa. Assumo del pari questi impegni riguardo al Sacro collegio dei cardinali per la durata della Sede vacante. Prometto inoltre al Capitano comandante e agli altri miei superiori, rispetto, fedeltà e ubbidienza. Lo giuro. Che Iddio e i nostri Santi Patroni mi assistano”. Quindi le nuove reclute, chiamate per nome, si sono fatte avanti e ciascuna di esse con la mano sinistra sulla bandiera della Guardia e la destra alzata con tre dita aperte ha giurato a gran voce con la formula: “Giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto”.

“Come ogni anno – si è rivolto invece loro in mattinata papa Francesco che ha ricevuto le Guardie in udienza -, voi fate memoria del doloroso, e al tempo stesso famoso, “sacco di Roma”, nel quale le Guardie Svizzere si distinsero in una coraggiosa e indomita difesa del Papa, fino al sacrificio della vita. Oggi non siete chiamati a questo eroica offerta della vita fisica, ma ad un altro sacrificio non meno arduo: a servire cioè la potenza della fede”.

“Essa – ha proseguito – è una valida barriera per resistere alle varie forze e potenze di questa terra e soprattutto a colui che è “il principe di questo mondo”, il “padre della menzogna”, che “va in giro come un leone cercando chi divorare”, secondo le parole dell’Apostolo Pietro. Siete chiamati ad essere forti e valorosi, sostenuti dalla fede in Cristo e dalla sua parola di salvezza. La vostra presenza nella Chiesa, il vostro importante servizio in Vaticano è un’occasione per crescere come coraggiosi “soldati di Cristo”.

I pellegrini e i turisti che hanno la possibilità di incontrarvi – ha aggiunto – rimangono edificati scoprendo in voi, insieme con le caratteristiche compostezza, precisione e serietà professionale, anche generosa testimonianza cristiana e santità di vita. Sia questa la vostra prima preoccupazione”.

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