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Giustizia e riforma sanità , sale pressione su Trump

Il presidente Donald J. Trump KEYSTONE/EPA/SHAWN THEW sda-ats

(Keystone-ATS) Sale la pressione su Donald Trump.

Alle prese con i repubblicani spaccati sull’Obamacare, il presidente americano si trova a fare i conti con il ‘licenziamento’ repentino di 46 procuratori, che costringe l’amministrazione a presentare in tempi stretti una lista di sostituti in grado di superare l’esame del Senato ed essere confermati.

Una scelta non facile che rischia di diventare una nuova battaglia politica, soprattutto su chi sostituirà Preet Bharara a New York, tribunale chiave a cui fanno capo alcune delle maggiori cause americane. La corte di New York ha giurisdizione sulle attività della Trump Foundation e l’avrebbe su eventuali azioni sulle intercettazioni alla Trump Tower, per le quali presidente ha accusato il suo predecessore Barack Obama. Un ruolo quindi di primo piano e la cui nomina rischia di essere politicizzata, con accuse in questo senso già piovute su Trump e sul ministro delle giustizia Jeff Sessions, travolto dallo scandalo del Russiagate.

“Potrebbe esserci una connessione” fra il licenziamento di Bharara e la richiesta di alcuni comitati di controllo all’ex procuratore di indagare sui possibili “benefici finanziari” ricevuti dalle attività di Trump da governi stranieri, attacca il democratico della commissione di intelligence della Camera Elijah Cummings.

Dubbi alimentati dalle ricostruzioni dei giorni precedenti al licenziamento di Bharara: secondo il New York Times, Trump avrebbe chiamato Bharara giovedì scorso, ma senza risposta. Non chiaro l’oggetto della chiamata. Bharara venutone a conoscenza si sarebbe rivolto al Dipartimento di Giustizia, rendendo noto che il presidente avrebbe cercato di contattarlo e che era sua intenzione non richiamarlo nel rispetto dei protocolli esistenti. In corsa per sostituire Bharara ci sarebbe Mike Mukasey, avvocato nello studio legale dove lavora Rudolph Giuliani, l’amico e alleato di Trump.

La presentazione di una lista di nomi è attesa nei prossimi giorni, in quella che è una settimana cruciale per Trump. Il 15 marzo riceverà alla Casa Bianca la cancelliera tedesca Angela Merkel. Il 16 marzo è prevista l’entrata in vigore del bando-bis degli arrivi da sei Paesi a maggioranza musulmana. E lunedì sono attese le stime del Congresso al Budget Office sull’impatto della proposta riforma della sanità dei repubblicani.

Stime che fanno tremare il partito, già spaccato su come sostituire l’Obamacare, con le frange più conservatrici che reputano la proposta avanzata troppo blanda. Le pressioni dei repubblicani per screditare il Cbo, l’organismo indipendente incaricato di fornire stime ai parlamentari, sono già iniziate, per cercare di prevenire critiche e rassicurare chi teme di perdere l’assicurazione. Non usa mezzi termini per descrivere la situazione lo speaker della Camera, Paul Ryan. “Se il partito non si unirà dietro la proposta sarà un bagno di sangue alle elezioni midterm del 2018, dopo che abbiamo giocato tutte le campagne elettorali fin dal 2010 contro l’Obamacare”.

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