Gli ospedali di buona qualità dovrebbero essere ricompensati
(Keystone-ATS) La maggioranza degli svizzeri (62%) sostiene che gli ospedali di buona qualità dovrebbero essere ricompensati finanziariamente dal governo mentre quelli meno buoni venir penalizzati.
È quanto emerge dal monitoraggio 2016 sulla salute, un sondaggio realizzato e pubblicato oggi dall’istituto gfs.bern per conto dell’Associazione delle imprese farmaceutiche svizzere Interpharma.
Secondo i partecipanti la trasparenza è importante, sostiene gfs. Le opinioni riguardo a tale soggetto sono tuttavia ambivalenti, precisa l’istituto: il 59% teme che la trasparenza possa portare a confusione, tutti gli ospedali in Svizzera sono stati giudicati di buona qualità.
Circa l’82% delle persone interrogate desidera conoscere i dati sulla qualità prima di scegliere un ospedale. Tre partecipanti su quattro sostengono che l’accesso della popolazione a tali informazioni favorisca il miglioramento della qualità dei trattamenti nei nosocomi.
Il 46% delle persone è d’accordo con la proposta che le casse malati coprano solo le cure degli ospedali di buona qualità. Tale idea raggiunge un grado di accettazione maggiore rispetto allo scorso anno (+15 punti).
A far discutere è anche la quantità di medici. Essa è vista in modo più e meno critico a seconda delle regioni, sostiene gfs. La metà delle persone interrogate crede che vi siano troppi studi medici in Svizzera, l’altra metà non è d’accordo. Una maggioranza del 60% pensa inoltre che i premi di cassa malati aumentino con il numero di operatori del settore.
Nel complesso, la qualità del sistema sanitario svizzero raccoglie il 75% di opinioni positive. La Legge sull’assicurazione malattia (LAMal), introdotta nel 1996, riceve l’81% di pareri favorevoli, non lontano dal record dello scorso anno (82%). L’approvazione dei partecipanti in favore della LAMal si conferma anno dopo anno, afferma gfs.
Il monitoraggio sulla salute è stato realizzato per la 19esima volta dall’introduzione della LAMal. L’istituto gfs ha interrogato 1210 persone tra il 7 marzo e l’8 aprile 2016.