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GR: Cantoni alpini, necessario premio per energie rinnovabili

Un'immagine simbolica mostra la diga dell'Albigna nel comune di Bregaglia, in Canton Grigioni (foto d'archivio). KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) I Cantoni alpini sono favorevoli alla Strategia energetica 2050 ma chiedono l’introduzione di un “premio per l’approvvigionamento di base per le energie rinnovabili” a sostegno del settore idroelettrico svizzero.

La Strategia energetica 2050 rappresenta un chiaro segnale a favore delle energie rinnovabili e, in particolare, dell’idroelettrico, – si legge in un comunicato odierno della Conferenza dei governi dei Cantoni alpini (CGCA) – introducendo un premio di mercato quinquennale a favore dell’energia idroelettrica, da cui dovrebbero essere generati circa 120 milioni di franchi all’anno a favore del settore.

Questa somma, tuttavia, non basta: affinché le grandi centrali idroelettriche svizzere possano essere concorrenziali sul mercato elettrico – spiega la nota – servono circa 500 milioni di franchi all’anno. “Per questo occorre una misura transitoria sotto forma di premio per il servizio universale per energie rinnovabili, che verrà abolita non appena entrerà in vigore un nuovo modello più conforme al mercato elettrico”.

Idroelettrico: lotta ad armi impari

La produzione elettrica svizzera consta per circa il 60% di energia idroelettrica, – continua la nota – una percentuale che, secondo la Strategia energetica, dovrà essere ulteriormente potenziata. Il prezzo dell’energia elettrica, però, è determinato dal mercato europeo, che a sua volta è distorto da vari fattori, quali il crollo dei prezzi del carbone, del gas e dei certificati CO2, le misure protezionistiche e le ingenti sovvenzioni a favore degli impianti fotovoltaici ed eolici.

Le conseguenze: da un lato, anziché sfruttare l’energia idroelettrica locale, si importano dall’estero grandi quantità di corrente elettrica a basso costo prodotta dal carbone, dall’altro si mette in dubbio il contributo dell’idroelettrico alla sicurezza dell’approvvigionamento, vista l’assenza di investimenti in manutenzioni e ampliamenti.

Come funziona il premio

I gestori della rete di distribuzione riscuotono dai consumatori finali un premio per il servizio universale e lo versano in un fondo di compensazione. Se gli impianti di produzione non riescono a coprire i costi, la differenza viene colmata da tale fondo. Se, invece, il prezzo di mercato è superiore ai costi di produzione, sono i produttori a dover versare la differenza nel fondo, che a sua volta rimborserà la somma in esubero ai consumatori.

L’idroelettrico si troverà dunque a operare in uno scenario affidabile, che rimetterà in moto investimenti e manutenzioni a beneficio della sicurezza dell’approvvigionamento elettrico, soprattutto a seguito dell’abbandono graduale del nucleare.

Cantoni alpini: ok alla strategia CAPTE

La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio nazionale (CAPTE), ha deciso martedì scorso di proporre per il servizio universale un modello in base al quale in futuro ai consumatori viene fornita esclusivamente elettricità proveniente da centrali indigene che producono energia da fonti rinnovabili e di approfondire la questione della sua impostazione tariffale.

“Questa decisione va nella direzione indicata dalla nostra Conferenza, – si legge nella nota – ma necessita di ulteriori approfondimenti nel corso dei lavori parlamentari”.

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