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GR: Lehrplan 21 vince, bocciate iniziative “Buona scuola Grigioni”

La doppia iniziativa "Buona scuola Grigioni" è stata (ampiamente) respinta. Keystone/MELANIE DUCHENE sda-ats

(Keystone-ATS) Anche nei Grigioni il tentativo di attacco al Piano di studio 21, avviato nelle scuole dell’obbligo della Svizzera tedesca la scorsa estate, è fallito: la doppia iniziativa “Buona scuola Grigioni” è stata (ampiamente) respinta dai cittadini grigionesi.

La partecipazione al voto è stata del 42,8%.

I piani di studio della scuola dell’obbligo restano di competenza degli specialisti ed esperti di pedagogia: entrambe le proposte depositate il 15 marzo 2017, “Buona scuola Grigioni – codecisione riguardo a importanti questioni relative all’istruzione” e “Buona scuola Grigioni – codecisione riguardo ai programmi didattici”, sono state respinte, la prima con il 74,69% di voti contrari e la seconda con il 76,34% di no.

Mentre la prima era un’iniziativa costituzionale, mirava cioè alla modifica della Costituzione cantonale, la seconda era legislativa e intendeva influire sulla questione dei programmi didattici. Il Parlamento retico, che nella sessione di agosto aveva invitato il popolo grigionese a respingere le proposte, aveva evidenziato come l’iniziativa costituzionale, dietro la vaghezza di “importanti questioni relative all’istruzione”, volesse in realtà solo creare la base giuridica per la seconda, dato che senza una modifica costituzionale i programmi didattici non possono essere sottoposti a referendum facoltativo. Il tutto, quindi, era un tentativo di opporsi al Piano di studio 21, entrato in funzione nelle scuole della Svizzera tedesca, e quindi anche nei Grigioni, lo scorso agosto.

Previsto per la scuola dell’obbligo pubblica, esso rappresenta il primo piano di studio comune ai 21 cantoni di lingua tedesca e plurilingui della Svizzera. Conformemente all’articolo 62 della Costituzione federale il suo obiettivo è quello di armonizzare il settore della scuola dell’obbligo.

Ciò che i promotori dell’iniziativa mettevano maggiormente in discussione è il fatto che il nuovo piano non fosse più orientato a trasmettere contenuti ma mettesse al centro “competenze di carattere teorico”. I contenuti rimangono fondamentali, aveva però ribattuto il Gran Consiglio, ma “non si tratta soltanto di trasmettere sapere, bensì di saperlo applicare in diverse situazioni concrete”.

Inoltre, un parlamento o il popolo non rappresentano gli organi idonei per decidere in merito a fattispecie talmente vaste: “un programma didattico non è un processo politico ma il risultato di un lavoro operativo basato su conoscenze specialistiche e di esperti”.

Iniziative contrarie al Piano di studio 21 sono già state poste in votazione in otto cantoni (tra gli altri Zurigo, Berna e San Gallo) e finora sempre bocciate.

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