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Grecia: tensione ad Atene, migliaia in piazza

(Keystone-ATS) Tensione alle stelle ma per fortuna nessun incidente grave oggi nella capitale greca dove oltre 20 mila persone – nonostante una pioggia battente – si sono riversate nelle strade per esprimere tutta la loro rabbia contro l’accordo raggiunto fra il governo greco e la troika (Fm, Ue e Bce) e le ultime, più pesanti misure di austerity richieste al Paese dai creditori internazionali.

Intanto per tutta la giornata si è atteso che si tenesse l’annunciata, “cruciale” riunione fra i leader dei tre partiti greci che sostengono il governo di Lucas Papademos per approvare definitivamente il promemoria della troika. Si tratta di un documento di 16 pagine dattiloscritte in cui i creditori della Grecia elencano le condizioni per sbloccare lo scambio dei titoli di Stato in mano ai privati (Psi) e dare il via libera alla concessione del secondo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro.

Più volte posticipata, sembra per dar modo ai politici di leggere il documento, la riunione era stata infine fissata alle 21:00, ma è stata ulteriormente rinviata.

Il testo del promemoria che – per evitare un catastrofico fallimento della Grecia – deve essere approvato da Giorgos Papandreou (Pasok, socialista), Antonis Samaras (Nea Dimocratia, centro-destra) e Giorgos Karatzaferis (Laos, estrema destra), contiene di nuovo “lacrime e sangue” ma ancora una volta solo per lavoratori e pensionati. L’accordo, infatti, prevede nuovi tagli a stipendi e pensioni, la chiusura di Enti statali inutili e il licenziamento di 15 mila dipendenti in esubero.

La protesta di piazza è concisa con lo sciopero generale di 24 ore, che ha paralizzato tutta la Grecia, proclamato dai principali sindacati del Paese: la Gsee (che raggruppa i lavoratori del settore privato), l’Adedy (cui aderiscono quelli del settore pubblico), e il Pame (vicino al Partito Comunista).

Allo sciopero hanno preso parte anche i dipendenti delle imprese a partecipazione statale, quelli del settore della sanità e della pubblica istruzione. Chiusi anche i tribunali, le banche e le sedi delle Autonomie locali. I traghetti sono rimasti ormeggiati nei porti e quindi non vi sono stati collegamenti da e per le isole.

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