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Greenpeace: manifestazioni nel mondo per libertà attivisti

(Keystone-ATS) Dall’Europa, all’Africa, all’America, Greenpeace si è mobilitata oggi per la liberazione dei 30 attivisti, tra i quali uno zurighese, incarcerati con l’accusa di pirateria per il blitz compiuto con la nave rompighiaccio Artic Sunrise contro una piattaforma petrolifera di Gazprom e le sue trivellazioni. Al grido di “free the Artic 30”, l’organizzazione ambientalista ha animato le piazze di 47 paesi nel mondo.

La giornata di mobilitazione organizzata da Greenpeace, è iniziata in Nuova Zelanda, per proseguire in Europa, e concludersi negli Stati Uniti e in Canada. “In Svizzera non era prevista alcuna manifestazione”, ha detto all’ats Natalie Favre, portavoce di Greenpeace. Domenica scorsa diverse centinaia di persone si sono riunite davanti all’ambasciata russa a Berna in segno di solidarietà con gli attivisti.

A Londra, alla manifestazione di sostenitori di Greenpeace davanti l’ambasciata russa, hanno partecipato oggi circa un migliaio di persone, tra cui l’attore Jude Law, i musicisti Paul Simonon (dei ‘The Clash’) e Damon Albarn (dei ‘Blur’) oltre alla stilista Vivienne Westwood.

All’Aia erano un migliaio davanti l’ambasciata russa. I manifestanti, alcuni vestiti da pirati, si sono fatti sentire con tamburi e trombe. A Helsinki, hanno protestato circa 1.300 persone. A Stoccolma in 500. Circa 200 erano a Vienna, una ventina a Varsavia. A Parigi, circa 300 persone hanno manifestato in Place de la République.

A Mosca, una trentina di persone si sono radunate nei pressi di Gorky Park, in centro, mostrando i ritratti dei detenuti. A Hong Kong diverse centinaia di persone hanno marciato verso il principale porto della città. Manifestazioni di sostegno si sono svolte anche in diverse città d’Italia. Raduni sono stati organizzati anche a Berlino, Madrid e Washington.

I 30 membri dell’equipaggio della nave di Greenpeace, Arctic Sunrise – 28 attivisti delle ONG ambientali e due giornalisti – arrestati il 19 settembre, sono detenuti a Murmansk, nel nord-ovest della Russia, con l’accusa di “pirateria di gruppo organizzata”, reato per cui rischiano fino a 15 anni di carcere.

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