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Gripen: “9 miliardi per aereo fantasma”, sinistra lancia referendum

(Keystone-ATS) I Gripen costeranno complessivamente nove miliardi di franchi, troppo per un aereo fantasma. È con questa argomentazione che un comitato di sinistra – composto da PS, Verdi, Partito Cristiano sociale (PCS) e Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE) – ha lanciato oggi un referendum contro il fondo per l’acquisto dei velivoli.

Si è parlato di 2,5 miliardi per 22 aerei, che diventano 3,12 se teniamo conto dei costi per la formazione dei piloti, “ma sono gli stessi specialisti della RUAG che affermano che un aereo da guerra costa in realtà tre volte il suo prezzo, ossia oltre 9 miliardi, se consideriamo le spese di sviluppo e manutenzione”, ha affermato in conferenza stampa a Berna la consigliera nazionale dei Verdi Adèle Thorens (VD).

La somma potrebbe addirittura aumentare, ha aggiunto, se prendiamo in considerazione i rischi di cambio legati all’inflazione svedese. Dati che il ministro della difesa Ueli Maurer – rispondendo all’ats – contesta e considera esagerati. A suo avviso, tenendo conto delle spese di manutenzione, i costi corrisponderebbero a circa il doppio del prezzo di base.

Circa i contratti compensatori per l’industria svizzera, di cui tanto si parla, ammontano attualmente a “solo 400 milioni di franchi e sono in ogni caso previsti per compensare il costo lordo degli aerei e non le spese accessorie”, ha rilevato Thorens.

Questi soldi mancheranno in settori come la formazione, i trasporti pubblici e la socialità, ha da parte sua sottolineato la consigliera nazionale socialista Evi Allemann (BE). Oltretutto siamo di fronte a un aereo che esiste solo sulla carta, ha aggiunto, ma per il quale dovremo versare il 40% del prezzo prima di sapere se decollerà davvero.

Per illustrare la sua campagna, il comitato ha scelto un aereo di carta che si infila in un’urna. Contrariamente ai precedenti caccia, acquistati dalla Confederazione dopo che volavano da molti anni, il Gripen E non esiste ancora, è solo un modellino, ha affermato Marius Achermann, presidente del PCS.

Oltretutto, con i 33 F/A-18 di cui dispone attualmente l’esercito, lo spazio aereo è sufficientemente controllato. L’ex consigliere nazionale ecologista Josef Lang, membro di comitato del GSsE, ha ricordato che nel 2010 il governo aveva argomentato proprio in questo modo per giustificare lo slittamento dell’acquisto dei nuovi caccia, prima che il parlamento lo facesse tornare sui suoi passi.

Rispondendo alla domanda di un giornalista, Lang ha confermato che dopo la raccolta delle firme il GSsE intende lasciare un ruolo di primo piano ai partiti implicati nei dibattiti parlamentari, in modo da condurre la campagna nel modo più credibile possibile.

Gli oppositori al Gripen non possono battersi contro l’acquisto in sé. Il loro referendum si oppone dunque alla legge che istituisce il fondo di finanziamento per l’acquisizione, che sarà alimentato con una media di 300 milioni di franchi all’anno, per dieci anni, attingendo al budget dell’esercito.

Il comitato spera di raccogliere le 50’000 firme necessarie entro Natale. La scadenza è stata fissata al 16 gennaio. Il popolo potrebbe essere chiamato alle urne a metà maggio. Gli oppositori ai Gripen potranno contare anche sull’appoggio di un comitato borghese, di cui fanno parte i Verdi Liberali.

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