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Guantanamo: 11/9; processo militare a “mente” attentati

(Keystone-ATS) Marcia indietro di Barack Obama sull’ipotesi, più volte ribadita, di processare in un tribunale civile i presunti responsabili dell’11 Settembre: il ministro della Giustizia, Eric Holder, ha formalmente annunciato oggi che la “mente” degli attentati, Khalid Sheikh Mohammed, e gli altri quattro detenuti accusati di aver avuto un ruolo nella loro pianificazione, saranno processati davanti a un tribunale militare. Rischiano la pena di morte.

“Il governo non poteva fare diversamente, aveva le mani legate dalle decisioni adottate dal Congresso” ha spiegato Holder. “Restiamo convinti – ha aggiunto – che il luogo idoneo per celebrare questo processo sarebbe un tribunale federale”.

Tuttavia l’annuncio di oggi rappresenta nei fatti una sconfitta per Barack Obama, che a più riprese si era schierato a favore del processo civile. Non solo: Obama ha fatto della chiusura di Guantanamo una priorità della sua amministrazione, al punto che era stato questo il suo primo ordine esecutivo, il 22 gennaio 2009, chiudere il carcere “entro un anno”. A oltre due anni di distanza, quell’ordine per quanto esecutivo è rimasto incompiuto.

“Il governo è sempre intenzionato a chiudere Guantanamo” ha precisato Holder. Ma – nei fatti – il suo annuncio equivale al riconoscimento di una impossibilità. non ci sono le condizioni nè politiche nè giuridiche per farlo. In base alle restrizioni varate dal Congresso a dicembre sui detenuti di Guantanamo, un eventuale processo civile metterebbe a repentaglio la sicurezza nazionale degli Usa. Annunciando che Khalid Sheikh Mohammed e altri quattro detenuti nel carcere di massima sicurezza saranno processati a Guantanamo davanti a un tribunale militare, l’amministrazione Obama di fatto ha riconosciuto che quei detenuti sono troppo pericolosi per essere processati in una corte civile di New York, come lo stesso Holder si era a suo tempo impegnato a fare.

Khalid Sheikh Mohammed è ritenuto la ‘mentè degli attentati dell’11 settembre. Al momento dell’arresto (nel 2003) era considerato il numero tre di Al Qaida. Dopo essere stato torturato con il waterboarding, ha confessato di aver avuto un ruolo sia in quello delle Torri Gemelle, sia in altri 30 complotti o atti terroristici, tra cui la decapitazione del giornalista del Wall Street Journal Daniel Pearl. Oltre a lui, sono quattro gli altri detenuti che compariranno davanti alla corte militare di Guantanamo: Walid bin Attash, un saudita originario dello Yemen, accusato di aver messo a punto la localizzazione dell’attentato; Ramzi Binalshibh, yemenita, accusato di essere l’intermediario tra i kamikaze e i leader di Al Qaida, il “facilitatore chiave” degli attentati (lui avrebbe trovato le scuole di volo negli Usa utilizzate dagli attentatori); Ali Abd Aziz Ali, pachistano, considerato il ‘contabilè di Al Qaida; Mustafa Ahmed al Hawsawi, assistente di Ali, accusato di aver aiutato alcuni degli attentatori dell’11 settembre a trasferirsi dal Pakistan negli Usa.

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